Rossometile... al microfono Rosario Reina

di Maurizio Mazzarella
30 dicembre 2016

intervista

Rossometile
Rosasrio Reina
Alchemica
Con “Alchemica”, riuscita miscela di rock, gotico, metal e venature prog, i Rossomelite si sono posti tra le band-rivelazione della scena nostrana, raccogliendo un marcato numero di fan e consensi. Un album potente e coeso, con il guitar playing di Rosario Reina che ha preso ancora più corpo, e che qui va a fondersi alla perfezione con l’habitat sonoro generato.

Proprio a Rosario Reina sottoponiamo qualche domanda riguardo alla band, al loro ultimo album e al suo personale modo di concepire e interpretare un brano…

Partiamo dal nome della band, Rossometile, da dove arriva? E riguardo ad “Alchemica”, il titolo dell’album?
Il rosso metile è un composto chimico: per la precisione, un indicatore di acidità che, con un certo valore del pH, determina l’improvvisa colorazione rossa di una soluzione incolore. Questo fenomeno chimico/cromatico ci è sembrato appropriato per descrivere il tipo di musica che avevamo in mente di fare e così abbiamo coniato la parola Rossometile. Il titolo dell’album, invece, è una parola (Alchemica) che rimanda al concetto di miscelazione primordiale degli elementi; al fenomeno della divisione e della coagulazione della materia e, in definitiva, all’esoterismo. Tutte visioni che ben si addicevano alla fase creativa di questo album,...

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alla direzione in cui andavano musica e  testi e, in sostanza, alla nuova fase della band: ovvero, la nostra rinascita stilistica, sancita come in una reazione chimica proprio dalla realizzazione dell’album in questione.

A proposito di fase creativa, come sono nati i brani che costituiscono la scaletta dell’album?
Per circa un anno abbiamo lavorato duro su del nostro materiale dal quale hanno preso forma una ventina di brani, dei quali abbiamo selezionato i 14 più omogenei ed affini da inserire sull’album. E’ stata una fase creativa decisamente prolifica ed ispirata: insomma, le idee non sono mancate. Riguardo alla composizione di un brano, solitamente partiamo da una visione, poiché esso non si basa soltanto su una
struttura armonica incastrata in una sezione ritmica! Una visione può arrivare da tutto ciò che genera ispirazione: come leggere un libro, vedere un film o ascoltare musica... Nel momento in cui si apre la finestra dell’ispirazione, si materializza la visione che ci conduce in modo naturale alla stesura di base di quell’idea. Da lì in avanti, entra in gioco la nostra esperienza di musicisti che ci porta a consegnare al brano la sua veste definitiva. Nel caso dei brani di “Alchemica”, io mi sono occupato della composizione delle parti strumentali, mentre dei testi se ne è occupata Marialisa Pergolesi, la nostra cantante. Tutto il lavoro è stato poi rifinito con l’intervento di tutta la band.

C’è un brano della scaletta che vi ha impegnato di più in studio da un punto di vista tecnico? Ce n’è uno che oggi vi dà maggiore soddisfazione quando lo ascoltate?
Credo che il più impegnativo dal punto di vista vocale/strumentale, sia stato “Nel Solstizio d’Inverno, pt. 1 e 2” , mentre riguardo al fatto di riascoltare questo nostro album, ti dirò che la soddisfazione del risultato la viviamo dalla prima all’ultima traccia. Siamo molto contenti di ciò che abbiamo fatto e convinti che nelle fasi di composizione e registrazione abbiamo fatto e dato il massimo.

Che genere di riscontri sta raccogliendo l’album?
Direi molto buoni. Ad oggi abbiamo venduto parecchie copie e le recensioni su giornali e webzine sono state positive. Il nostro singolo “La Fenice” è stato in programmazione su una cinquantina di radio italiane, ma il riscontro principale ci arriva dalla risposta del pubblico durante i live, quando eseguiamo appunto i brani di “Alchemica”!

Come si è evoluta la vostra musica dagli esordi ad oggi?
Nel corso del tempo siamo cambiati parecchio e la nostra musica riflette questo cambiamento. Ad oggi abbiamo realizzato due demo e quattro album e ciascuno di essi è differente dal precedente. In parole semplici, siamo partiti dal metal per tornare… al metal! Ma lo abbiamo fatto esplorando parecchi lidi e sperimentando parecchie contaminazioni, forse troppe...  Il nostro passato è caratterizzato da una articolata sperimentazione musicale: il nostro futuro sarà caratterizzato dalla maturazione definitiva del nostro sound.

Programmi futuri per i Rossometile?

Siamo già al lavoro su nuovi brani e, quindi, stiamo già pensando al nuovo album. Nel contempo, abbiamo in programma di continuare la promozione di “Alchemica”: tramite nuovi videoclip e suonando sul nostro territorio e fuori. Quando il prossimo album sarà pronto, si vedrà. Adesso è presto per parlarne…

Interamente girato a Napoli, il videoclip di “La Fenice” è stato realizzato a maggio 2016 da Beeside Production.

ROSSOMETILE - “Alchemica” - Zapping Sound Records

I Rossometile nascono nel 1996 a Salerno da un’idea del chitarrista Rosario Runes Reina e del batterista Rino Balletta. Tra il 1997 e il 2000 la band registra due demotape, proponendo brani metal con contaminazioni prog e testi in inglese. Nel 2004 la band pubblica il loro primo album (“Ultimaria”) con testi in italiano e un sound arricchito dal mood dell’elettronica. Nel 2008 arriva il secondo album (“Terrenica”), questa volta orientato verso il metal/prog.

Nel 2011 Pasquale Pat Murino (basso) entra nella band e nel 2012 la band pubblica il terzo album (“Plusvalenze”), che si dirige nei meandri del pop/rock. Nel 2013 entra nella formazione Marialisa Pergolesi (cantante) e nel 2015 la band pubblica il quarto album (“Alchemica”), una miscela di rock con influenze gothic e metal.
L’idea di fondere il rock con linee gotiche e metal e venature di prog associate ai suoni sintetici delle tastiere, consente al gruppo nostrano di generare un contesto davvero originale.

Sin dall’opener (“La Fenice”), i Rossometile si mostrano una band capace di consegnare all’ascoltatore un impatto fortissimo. Il loro stile è particolarmente dinamico e giova di chitarre ben modulate: un aspetto marcatamente palpabile in “Amore Nero”, brano incorniciato da un tappeto sonoro seducente.
“Il Lato Oscuro” rimarca la voglia della band di guardare al futuro: musica accattivante e il cantato in italiano che riescono a centrale l’obiettivo. Impossibile non restare colpiti dall’interplay fra le chitarre e le tastiere.

“Viaggio Astrale” mostra l’aspetto più possente dei Rossometile, che fanno anche della melodia uno dei loro punti di forza. Segue “Le Ali di Falco” che sfodera qualche elemento esotico e che si discosta con raffinatezza dagli altri episodi della scaletta. In “Pandora” fuoriesce la valenza tecnico/espressiva di una band che sa muoversi impeccabilmente in un ingranaggio ben fluido ed oleato.

In “Solstizio d’Inverno”, brano suddiviso in due parti, fuoriesce l’aspetto più intenso ed ispirato di Rosario Reina e compagni, ma anche quello più oscuro e crepuscolare, che ne fanno di questo doppio brano uno dei momenti più elevati dell’album in questione. Dal canto suo, “Presenze” si propone come un’autentica poesia in musica, ben recitata da Marialisa Pergolesi.

La chiosa è affidata a “Ripetizione”, componimento impreziosito da chitarre acustiche profonde che non fanno che confermare la cura dei Rossometile verso ogni aspetto strutturale dei brani. Un disco ben riuscito, sia dal punto di vista artistico che emozionale.



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