POPA CHUBBY & FRIENDS I Love Freddy
di Dario Guardino
01 maggio 2025

recensione
POPA CHUBBY & FRIENDS
I Love Freddy
Gulf Coast Records
Noto per il suo guitar playing incendiario, la sua matrice blues macchiata di rock e la sua voce grave, Popa Chubby si pone tra i maggiori esponenti della scena blues contemporanea. E’ da tempo che Chubby (al secolo Theodore Joseph Horowitz, classe 1960) sognava di pubblicare un album-tributo a Freddy King, il talentuoso chitarrista blues tra i suoi idoli di sempre: poi, il progetto comincia a prendere corpo e finisce per concretizzarsi tra i solchi di I Love Freddy .
Fa le cose in grande stile, Chubby, e perché il suo tributo I Love Freddy sia di caratura imponente, mette insieme il quintetto che lo affianca: Mike Merritt (basso), Andrei Koribanics III (batteria), Mike DiMeo (tromba), Curtis Hotgrefe (sax), Eliza Neals (cori). Ma non basta e allora chiama a sé una squadra di chitarristi di altissimo profilo – Joe Bonamassa, Eric Gales, Mike Zito, Christone “Kingfish” Ingram, Albert Castiglia, Arthur Neilson e V.D. King – tutti impegnati a mettere la loro inconfondibile impronta negli undici brani di Freddie King che Chubby sceglie per la tracklist.
Apre l’album I’m Going Down, e qui un Chubby in grande spolvero si fa affiancare...
l'articolo continua...
Fa le cose in grande stile, Chubby, e perché il suo tributo I Love Freddy sia di caratura imponente, mette insieme il quintetto che lo affianca: Mike Merritt (basso), Andrei Koribanics III (batteria), Mike DiMeo (tromba), Curtis Hotgrefe (sax), Eliza Neals (cori). Ma non basta e allora chiama a sé una squadra di chitarristi di altissimo profilo – Joe Bonamassa, Eric Gales, Mike Zito, Christone “Kingfish” Ingram, Albert Castiglia, Arthur Neilson e V.D. King – tutti impegnati a mettere la loro inconfondibile impronta negli undici brani di Freddie King che Chubby sceglie per la tracklist.
Apre l’album I’m Going Down, e qui un Chubby in grande spolvero si fa affiancare...
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da Joe Bonamassa: se da un lato il playing del chitarrista newyorkese è esuberante e marcio al punto giusto, con quel tocco in punk-style che non guasta affatto, dall’altro lato Bonamassa interviene con le cascate di 32esimi di Johnsoniana memoria e quello stile un po’ sopra le righe che non sempre piace ai puristi del blues (del resto, “o lo si ama o lo si odia”, come si suole dire).
Con My Credit Didn’t Go Through arriva il momento di Eric Gales e di un arrangiamento che strizza l’occhio al funk, complice il trascinante groove che contraddistingue il brano. Con Big Legged Woman fa il suo ingresso uno dei migliori chitarristi blues della sua generazione, lo statunitense Christone “Kingfish” Ingram (classe 1999) che, col suo fraseggio fluido e melodico, porta in scena alcuni passaggi che tanto ricordano Chris Cain, uno dei bluesman (a torto) più sottovalutati.
The Stumble, tra i meravigliosi shuffle strumentali mai scritti, respira della sincera devozione esecutiva di Chubby, il quale questa volta chiama Albert Castiglia ad affiancarsi alla sua chitarra.
Same Old Blues (featuring V.D. King) è da tempo tra i cavalli di battaglia del repertorio live di Chubby, dunque non poteva che essere il brano a chiudere l’album in bellezza.
In definitiva, l’album raggiunge appieno l’obiettivo di Popa Chubby: celebrare Freddy King, vera e propria leggenda del blues, con rispetto, devozione e passione genuina.