RAFFAELLO INDRI "Royal Wizard"
di Miky Bianco
01 giugno 2025

recensione
Raffaello Indri
Royal Wizard
Elevate/Virtuoso Records
Chitarrista friulano molto attivo fin dagli anni ’90, Raffaello Indri si rende noto nel circuito del metal suonando con numerosi organici, tra essi, Adamantis Guitar Orchestra, Frankenstein Rooster, Never Say Duo, It'sAlie ed Elvenking, senza dimenticare la sua attività di didatta e di columnist per riviste specializzate di tipo cartaceo e digitale.
Royal Wizard è il debutto discografico di Indri da solista; un album che sarebbe riduttivo definire semplicemente guitar-oriented, ma un progetto ben più ambizioso, composto e arrangiato per chitarra elettrica e orchestra, in cui si intrecciano sapientemente scrittura, arrangiamento e una visione musicale d’insieme.
La traccia d’apertura, Virtus Absentiae, riecheggia melodie, contrappunti e progressioni di memoria vivaldiana, con reminiscenze neoclassiche e rimandi (sottolineiamo rimandi, non citazioni pedisseque) allo stile di Jason Becker. Raffaello Indri imprime a questo brano carattere e personalità, sia nella scrittura che nelle orchestrazioni, evitando con intelligenza qualsiasi rischio di manierismo fine a sé stesso.
Con Intima Candent le suggestioni à-la Becker si fanno ancora più forti, nei contrappunti e nell’uso espressivo di trilli e arpeggi; tuttavia, è la poetica del bending e del vibrato a rendere un sentito omaggio alla sensibilità del grande chitarrista americano.
Da Quartz Wolves in poi, le sonorità si fanno più cinematografiche...
l'articolo continua...
Royal Wizard è il debutto discografico di Indri da solista; un album che sarebbe riduttivo definire semplicemente guitar-oriented, ma un progetto ben più ambizioso, composto e arrangiato per chitarra elettrica e orchestra, in cui si intrecciano sapientemente scrittura, arrangiamento e una visione musicale d’insieme.
La traccia d’apertura, Virtus Absentiae, riecheggia melodie, contrappunti e progressioni di memoria vivaldiana, con reminiscenze neoclassiche e rimandi (sottolineiamo rimandi, non citazioni pedisseque) allo stile di Jason Becker. Raffaello Indri imprime a questo brano carattere e personalità, sia nella scrittura che nelle orchestrazioni, evitando con intelligenza qualsiasi rischio di manierismo fine a sé stesso.
Con Intima Candent le suggestioni à-la Becker si fanno ancora più forti, nei contrappunti e nell’uso espressivo di trilli e arpeggi; tuttavia, è la poetica del bending e del vibrato a rendere un sentito omaggio alla sensibilità del grande chitarrista americano.
Da Quartz Wolves in poi, le sonorità si fanno più cinematografiche...
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ed evocative: sembra di ascoltare la colonna sonora perfetta per lo scorrere di immagini epiche. Accompagnato da percussioni orchestrali, legni, archi e ottoni, con brano Indri evoca i climax dei grandi temi power e gotici del metal nord-europeo della fine degli anni ’80 e ’90.
Il disco scorre con fluidità e piacevolezza, alternando momenti serrati e intensi a passaggi più intimi e introspettivi, come nel caso di Omnia Vincit Amor con un tema decisamente bello, che si sviluppa in crescendo con progressioni cariche di pathos.
Quando si crede di aver decifrato lo stile e il suono di Royal Wizard, ecco che Animae Criptex arriva a spiazzare con suggestioni sonore quasi mesopotamiche, alternandosi a passaggi contemporanei di chiara ispirazione russa di fine ’800, fino a giungere a esplosioni romantiche dal grande impatto emotivo. La chitarra di Indri è sempre precisa, espressiva, e carica di un suono personale, corredata da una pronuncia e un portamento stilistico e da un linguaggio che sfuggono a qualsiasi classificazione. Essentia Mirtillae, infine, spicca nella tracklist per la sua potenza melodica, un valore raro in un’epoca musicale spesso segnata da ripetitività e prevedibilità.
L’Italia continua a sfornare talenti straordinari e non soltanto a livello esecutivo ma anche, e forse soprattutto, in termini compositivi. Bisogna soltanto avere la voglia di ricercare e ascoltare...
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