DUNABLE Gnarwhal DE Series

di Gianmaria Scattolin
01 aprile 2024

test

Dunable Guitars
Gnarwhal DE Series
Chitarra elettrica
Dunable, il marchio californiano noto per l’originalità del design e la qualità hi-end degli strumenti prodotti, amplia il raggio di azione ed avvia la produzione in serie sbarcando in Italia con la nuova DE Gnarwhal, seicorde elettrica dal carattere custom shop e l’anima rock!

Le chitarre di Mr. Sacha Dunable si distinguono da sempre per l’originalità del design, l’elevata qualità dei materiali e della manifattura, nonché per le specifiche custom realizzate su richiesta; da qualche tempo però, il brand ha dato il via alla produzione in serie di specifiche chitarre, progettate in California e realizzate in Corea, e tra esse, la prima ad arrivare nel nostro Paese è la Gnarwhal, inserita nella serie DE. Una seicorde elettrica dal peculiare look retrò, che si appropria però delle features richieste dal chitarrista moderno: design, certamente, ma soprattutto tanta sostanza!

Figure mitologiche, mostri, divinità antiche, magie... è dal misterioso mondo abitato da leggenda e iconografia che Dunhable prende ispirazione per dare un nome alle chitarre messe in produzione ed è così che la nuova Gnarwhal (DE Series) non fa eccezione.

CORPO
Sotto alla verniciatura nero lucido al poliuretano della DE Dunable Gnarwhal spiccano le forme sinuose del body in mogano,...

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là dove ogni profonda fresatura che ne contraddistingue il perimetro, non soltanto enfatizza il peculiare design, ma ne agevola l’ergonomia a favore di una notevole suonabilità. Insomma, comfort assicurato.
Il vano che accoglie i circuiti e le parti elettroniche è interamente rivestito da vernice conduttiva ed è protetto da un battipenna nero (a tre strati) dalla sagoma snella e flessuosa, su cui sono montati i due controlli a potenziometro e lo switch per la selezione dei pickup; questi ultimi, direttamente avvitati sul legno del corpo.

In sostanza, si tratta di un body di tipo reverse, con spalle mancanti asimmetriche, capace di imporre con orgoglio l’originalità del suo design e di garantire al contempo ampio “spazio di manovra” alla mano sinistra, anche in prossimità della giunzione manico/body.

MANICO E TASTIERA
Il manico in mogano dalla sezione a C ben proporzionata, né troppo sottile da sparire sotto alle dita, né troppo pronunciato da ostacolarne i movimenti (Medium C, come lo definisce Dunable), ospita una raffinata tastiera in ebano con scala da 25,5” e una ampiezza al capotasto di 4,2cm.

Costruzione set-in, il manico si innesta nel corpo tra il ventesimo e il ventiduesimo dei 22 tasti jumbo (nickel-silver) intervallati da segnaposizione rettangolari in simil-madreperla. Il binding bianco su cui spiccano ben visibili i microdot segnaposizione neri, si adatta alla perfezione al look black&white elegante e aggressivo della DE Gnarwhal, riprendendo l’estetica e il leggero contrasto tra il profilo del battipenna e il nero del corpo.

ELETTRONICA
La circuitazione elettronica della DE Gnarwhal è passiva e si compone di due humbucker Dunable Cthulhu – per la precisione, un 12K Alnico 5 al ponte ed un 10K Alnico 5 al manico – di uno switch a tre posizioni per la selezione degli stessi (singoli o in coppia) e dei due controlli a potenziometro Master Volume e Master Tone; quest’ultimo dotato del classico push/pull che attiva la funzione coil-split per entrambi i pickup. [Nota – Cthulhu è il mostro semi-divino di grosse proporzioni e dalla forza prodigiosa, nato dalla penna di Howard Phillips Lovercraft per il “Ciclo di Cthulhu”]

Anche il look dei potenziometri intende distinguersi ed infatti si tratta delle tipiche manopole presenti sugli amplificatori dei Sessanta, che si adattano alla perfezione all’aspetto della DE Gnarwhal .

HARDWARE
Le sei chiavette sigillate, autolubrificanti, cromate, sono marchiate Wilkinson e trovano posto ai lati della paletta, sulla quale è presente anche il logo Dunable ed il coperchietto a chiusura del vano per l’accesso alla testa della vite del trussrod, su cui campeggia la sigla DE. Capotasto GraphTech Tusq e ponte di tipo Tune-o-Matic, con stop tail, anch’esso in finitura cromata.

SUONABILITÀ E SUONO
Fatta scorrere la zip della robusta gig bag che alloggia la Dunable DE Gnarwhal, ecco che la chitarra mostra con orgoglio la sua veste tutta nera e le forme davvero esagerate che la distinguono ed invogliano ad imbracciarla all’istante. Lieve attitudine neck-heavy (tende a pendere verso il manico) ma bilanciamento generale piuttosto buono; peso contenuto ed ergonomia generale eccellente: non resta che suonare.

Il suono è presente e ben bilanciato ancor prima che la chitarra venga collegata ad un ampli, tanto che le pennate si fanno sentire con precisione e l’articolazione delle note risulta chiara ed evidente con gli accordi in qualsiasi posizione. Detto ciò, non resta che far scattare lo switch dello standby dell’amplificatore e... appropriarsi della prepotente brillantezza della voce della DE Gnarwhal!

La potenza in uscita dei pickup Cthulhu è meno devastante di quanto il nome [del mostro] non possa far presagire, ma comunque con una attitudine decisamente rock, mentre il suono che sprigionano, in accoppiata con i legni e l’hardware della DE Gnarwhal, risulta tagliente e dall’attacco a tratti un po’ compresso.
Il balance del volume in uscita dei due pickup Dunable è buono tanto quanto lo sono le variabili timbriche ottenibili passando da un magnete all’altro. Naturalmente, volendo sfruttare la funzione coil-split “nascosta” nel pot del tono, il volume in uscita subirà un taglio piuttosto incisivo, così che il suono sarà sufficientemente vicino a quello di un potenziale Cthulhu single coil: non proprio il re del funky, ma comunque diverso da quello generato dalle due bobine e vicino alle classiche sonorità da bobina singola. Continuando in sede di versatilità timbrica, l’azione dei due potenziometri si rivela essere un’ulteriore freccia acuminata nella faretra della Dunable DE Gnarwhal: sia il controllo del volume, sia quello del tono, producono infatti variazioni sufficientemente lineari e gestibili, capaci di avvicinare di parecchio la chitarra ad uno strumento di alta gamma.

La naturale indole delle Dunable è strettamente legata all’esperienza di musicista rock del loro ideatore, Sacha Dunable, ed è così che il loro pane quotidiano è appunto il rock e, in particolar modo, quello trasgressivo e ruvido delle garage band, oppure quello più tecnico ma estremamente aggressivo del prog-metal; la DE Gnarwhal, dunque, non fa eccezione.
La scala lunga, il manico confortevole e veloce e il sound articolato e definito, sono peculiarità che favoriscono le sonorità drop e la DE Gnarwhal in drop-C, o anche in drop-B (... sempre che le corde siano di dimensioni adeguate) si comporta molto bene. Ritmiche serrate punk o metal, bicordi inquietanti in stile doom, oppure power chord da rocker della vecchia guardia, fuoriescono ben definiti, mantenendo evidente la caratteristica voce ruvida e graffiante dei due Cthulhu in dotazione, quale che sia il settaggio del gain sull’amplificatore.

Anche in fase solistica l’assetto della DE Gnarwhal sa farsi apprezzare: il radius piuttosto generoso consente bending molto ampi in qualsiasi posizione, il capotasto Graphtech Tusq concorre a mantenere stabile l’accordatura e il sustain è incisivo e performante; tutto contribuisce infatti a rendere ogni frase melodica decisamente ricca di carattere e, soprattutto, divertente e confortevole da suonare.
Pur essendo una vera bestia da palco, da utilizzare dunque con la tracolla, la Dunable DE Gnarwhal è comoda da suonare anche seduti, garantendo il debito relax di sedute di pratica col metronomo e di session di registrazione in studio di lunga durata.

IN BREVE
La nuova Dunable DE Gnarwhal coniuga a dovere le qualità di una chitarra custom esteticamente originale, con quelle di una chitarra altrettanto originale costruita in serie e dunque dal prezzo decisamente più abbordabile... E’ una seicorde elettrica comoda da imbracciare, comoda da trasportare, e dotata di un sound presente, ruvido e molto particolare: in sostanza, votata al rock nelle sue diverse declinazioni. Se poi si parla di presenza scenica... “The sky is the limit!”, come dicono gli americani.


Corpo: Solid body (reverse) a doppia spalla mancante, mogano - Manico: mogano, Medium C (costruzione set-in) – Tastiera: ebano – Scala: 25,5” – Tasti: 22 Jumbo nickel/silver – Capotasto: GraphTech Tusq (mm 42) – Segnatasti: rettangolari, simil madreperla – Finitura: Gloss Black (poliuretanica) – Pickup: HH, Dunable Cthulhu (12k, A5) al ponte e Dunable Cthulhu (10k, A5) al manico – Selettore: 3 posizioni (B, B+N, N) – Controlli: Master Volume, Master Tone (push/pull) – Ponte: Tune-o-Matic + Stop Tail (cromato) – Meccaniche: Wilkinson (cromate) – Custodia: Gig bag imbottita


DUNABLE GUITARS
Nomi che rimandano a figure mitologiche, mostri, misteri, magie o divinità antiche, forme asimmetriche e serpeggianti, colori e texture ipnotiche, ed un design che punta al massimo su carattere ed originalità. “In quanto al design, sono un grande fan delle solid body dei Settanta e Ottanta: tutte, dalle Fender alle Guild, fino a quelle più strane...” – racconta Sacha Dunable – “ma ho sempre guardato all’ergonomia e comfort, cercando di realizzare chitarre che io stesso avrei voluto imbracciare. Dunque, non voglio fare cloni, voglio fare chitarre che abbiano il nostro design!...” Una filosofia di intenti che le Dunable Guitars rispecchiano appieno.

Californiano, classe 1981, Sacha Dunable si fa conoscere nelle vesti di chitarrista con gli Intronaut, quartetto post-metal-prog con cui gira in lungo e in largo per gli States. Implementa il suo know-how liuteristico praticando nei negozi dediti alla riparazione e customizzazione di chitarre e bassi, per poi divenire il guitar-tech di numerose metal band impegnate nei tour. Nel 2005, in tour con gli Intronaut, suona sul palco con chitarre che ha costruito da sé e che via via attirano l’attenzione; racconta Dunable: “Succedeva che i musicisti delle altre band con cui eravamo in tour mi vedevano con una mia chitarra, dicendo ‘Che diavolo è?’ Rispondevo: ‘l’ho fatta io!” E loro: ‘Ne voglio una anch’io!’ Nel tempo la voce si è diffusa e nel 2014 ho dovuto lasciare tutti gli altri lavori per costruire chitarre a tempo pieno...” Proprio quell’anno fonda ufficialmente la Dunable Guitars e via via sono diversi i musicisti che prendono ad utilizzare tali strumenti, tra essi: Rob “Blasko” Nicholson (Ozzy, Rob Zombie, Danzig...), Jeff Matz (High On Fire) e Tim Stewart (Lady Gaga, Rihanna, Janet Jackson...). La popolarità del marchio si amplia e si trasforma in una attività nota nel mondo. E pensare che tutto era partito dal piccolo garage in affitto in cui Mr. Dunable aveva cominciato...


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