Laurence Jones

di Nicola Vitale
25 maggio 2018

recensione

Laurence Jones
The Truth
The Shop Music
Astro nascente o realtà affermata del rock blues? Bisognerebbe propendere per la seconda definizione, pensando al fatto che Laurence Jones ha già venduto più di 50.000 copie (… un numero oggi molto consistente per un giovane artista) e condiviso il palco con gente del calibro di Joe Bonamassa, Eric Burdon, Van Morrison, Buddy Guy, Status Quo, Gary Clark Jr!
Le cose però sono cambiate e la dizione rock/blues che per anni ha accompagnato il giovane artista di Liverpool pare ormai fuori posto. Il suo nuovo The Truth ribadisce tutto questo appieno, ponendosi in una dimensione ben lontana dagli esordi del 2012 con quel Thunder In The Sky che aveva consacrato l’artista britannico a nuova promessa del rock/blues.

The Truth è stato registrato a Miami con Phil Wilson alla batteria, Greg Smith al basso e Bennett Holland alle tastiere. Mixing: Juan Mario Aracil.

Dopo la trascurabile What Would You Do in apertura, ci pensa Don’t Let Me Go, con le sue melodie catchy, ad alzare un po’ il tiro di un album che non decolla mai davvero... Gli artisti talentuosi che imbracciano una chitarra, si dividono solitamente in tre categorie: i grandi musicisti, i grandi compositori e coloro hanno entrambi i doni. Ebbene,...

l'articolo continua...

in questo caso, Jones si inserisce nella prima categoria: ottimo chitarrista dotato di una buona voce (apprezzabile soprattutto nella titletrack…), la cui composizione dei brani non viene però valorizzata da una produzione particolarmente brillante… là dove gli orpelli solisti appaiono ridotti al minimo, e dove brani nello stile dell’ultimo Bon Jovi con i cori sul ritornello (vedi Give Me Your Time) e brani come Hold Me Close, non alzano il livello. Un album piuttosto piatto in quanto a realizzazione, ma che avrebbe potuto regalare numerosi momenti interessanti, come accade nell’assolo di Take Me.

Chiudono la tracklist due brani che, fortunatamente (!), riescono a sfuggire i canoni melensi imposti dalla quasi totalità del disco: Gone Away con il suo groove vivido e pulsante, e Can’t Go On Without You, un funky/blues felpato in John Mayer style.
Che altro aggiungere? Piprovaci ancora Laurence!

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