MARSHALL Studio JCM900

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Al tempo il JCM900 firmato Marshall divenne in breve tempo uno standard per le band punk, metal e alternative, ma anche per grunge, britpop e pop-rock. Non era il più amato dai puristi, e non aveva il pedigree aggressivo del JCM800, ma offriva una combinazione di versatilità e praticità che lo rese uno dei best-seller degli anni ’90. Artisti come John 5, Nita Strauss e Phil Campbell dei Motörhead hanno utilizzato versioni del JCM900 in tour e in studio, proprio per la capacità dell’amplificatore di coniugare un...
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crunch mordace con una distorsione più moderna, gestibile e precisa.
A distanza di 35 anni dalla sua introduzione, il JCM900 è pronto a tornare sotto una nuova forma. Con il Marshall Studio JCM900, il marchio inglese compie un’operazione tanto nostalgica quanto lungimirante: portare il sound iconico degli anni ’90 in un formato compatto, valvolare, ma ottimizzato per le esigenze del chitarrista di oggi. Il nuovo Studio 900 non è una copia in scala, ma una reinterpretazione tecnica e funzionale del modello 4500, con 20 watt di potenza, attenuatore integrato, e una dotazione moderna che include loop effetti, DI emulata e gestione a bassa potenza.
Le domande da porsi, quindi, sono: quanto del dna del Marshall JCM900 originale sopravvive nel 2025? E quanto è stato riscritto per adattarsi a un’epoca in cui la versatilità e la compattezza sono priorità assolute?
COSTRUZIONE
Il nuovo Marshall Studio JCM900 rappresenta un esercizio di fedeltà storica e modernizzazione. Prodotto nel Regno Unito, come tutti i modelli della serie Studio, questo amplificatore è costruito con la cura che ci si aspetta da Marshall. L’estetica richiama immediatamente l’originale: pannello frontale in metallo dorato, piping bianco, rivestimento in tolex nero e una maniglia in gomma rinforzata.
La testata pesa 11,3 kg e si presenta con un ingombro compatto (mm 510 x 245 x 240), perfetto per lo studio o per l’utilizzo nei club. I materiali scelti, dal legno dello chassis alle protezioni degli angoli, restituiscono una sensazione di robustezza e affidabilità. In bella vista, un adesivo firmato dal tecnico che ha assemblato e collaudato l’unità: un dettaglio che sottolinea il carattere artigianale del progetto.
Anche la versione combo mantiene lo stesso layout ma integra un altoparlante Celestion G12T-75 da 12”, lo stesso che ha popolato per anni gli speaker Marshall. Tuttavia, il combo si rivela leggermente più scarico sulle basse frequenze rispetto alla testata collegata a cabinet 1x12” o 2x12” con i Celestion V-Type: un dettaglio da tenere in considerazione in base all’utilizzo previsto.
OLD VS NEW
Dal punto di vista circuitale, il Marshall Studio JCM900 prende ispirazione diretta dal modello 4500 degli anni ’90, ma lo adatta a un formato più contenuto, mantenendo gran parte del carattere timbrico originale. Entrambi gli amplificatori utilizzano due canali indipendenti, condividono l’equalizzazione a tre bande (Treble, Middle, Bass) e offrono una sezione riverbero a molla integrata, ma le differenze costruttive e funzionali sono evidenti.
Il JCM900 originale era disponibile in versioni da 50W e 100W, con una coppia di valvole 5881 nella versione da 50 watt (modello 4500), o quattro valvole nella versione da 100 watt (4100). Il nuovo Studio JCM900, invece, lavora con due 5881 nel finale ma in configurazione 20W, scalabile a 5W e 1W, grazie all’attenuatore integrato. Questa caratteristica rappresenta uno dei principali aggiornamenti, pensato perché l’amplificatore possa adattarsi all’ambiente domestico e allo studio, senza rinunciare alla saturazione valvolare. Anche il preamp resta fedele al progetto originale, con due ECC83 e una terza ECC83 impiegata come phase inverter, ma la disposizione e il controllo del loop effetti sono migliorati: il potenziometro di livello rimpiazza il trim pot interno, rendendolo molto più gestibile.
Infine, la versione Studio introduce una uscita DI speaker-emulated, pensata per l’home recording o per l’integrazione in sistemi direct-to-PA. Un dettaglio ovviamente assente nel modello originale, che lo rende più adatto alla realtà dei chitarristi contemporanei. In sintesi: stesso spirito, ma con strumenti in più per un mondo che oggi richiede flessibilità e, a volte, anche silenziosità.
CONTROLLI
Il pannello frontale del Marshall Studio 900 segue una logica lineare e intuitiva. L’amplificatore offre due canali: A (clean/crunch) e B (distorto), selezionabili via footswitch (incluso). La sezione di controllo prevede:
• Gain per ciascun canale
• EQ condiviso: Treble, Middle, Bass
• Presence globale
• Volume indipendente per i due canali
• Reverb indipendente per i due canali
Sul retro si trova un’ampia dotazione di connessioni: uscite per speaker da 4, 8 e 16 ohm, send/return dell’effetti loop con controllo di livello, uscite di linea (una emulata, una non), e l’interruttore per il power scaling a tre livelli: High (20W), Mid (5W) e Low (1W). Questa attenuazione progressiva è uno dei punti di forza della serie Studio, ma il JCM900 spinge il concetto ancora oltre, permettendo di lavorare in ambienti domestici senza sacrificare la saturazione valvolare.
SOUND
Il Marshall Studio JCM900 sorprende fin dai primi minuti d’utilizzo, soprattutto se ci si avvicina con in mente l’immaginario sonoro tipico del marchio – ovvero overdrive cremosi, spinti e ricchi di armoniche. Invece, con il canale A impostato in modalità High (20 watt) e con il gain a metà corsa, ci si trova di fronte a un suono clean brillante, molto più trasparente e tagliente di quanto ci si aspetti pensando ai suoni Marshall più “canonici”. La verità è che il JCM900 originale, era una deviazione dal percorso originario del brand. Anche nella nuova versione la risposta alle dinamiche è immediata, l’attacco definito, e la gamma delle alte abbondante al punto da rendere necessarie, in certi contesti, leggere correzioni via EQ. Anche con chitarre dotate di humbucker, come una Les Paul, il canale clean si mantiene aperto e pieno di headroom, adattandosi bene a funk asciutti, ritmiche secche e serrate, oppure arpeggi pop.
Aumentando il gain del canale A e il master volume, il suono si scalda gradualmente, pur rimanendo nel campo del crunch leggero. Con questa configurazione è possibile ottenere suoni molto espressivi per contesti blues, alternative o indie, con una saturazione che risponde bene alla dinamica della mano destra sulla chitarra e all’interazione con il selettore dei pickup.
Il canale B è, naturalmente, il cuore sonoro del JCM900 Studio, e riflette fedelmente il carattere dell’originale: mid gain aggressivo e una risposta compatta sulle medio-alte. È importante notare che, per quanto l’amplificatore disponga di una notevole quantità di gain, la saturazione non è particolarmente liquida o compressa come nelle architetture high-gain più moderne. Piuttosto, il canale B eccelle nei suoni più ruvidi e taglienti, con una voce che si sposa sia al punk più deciso, sia al metal dei primi anni ’90. Con le medie frequenze enfatizzate, invece, si ottiene un overdrive denso e incisivo; abbassandoli e spingendo il gain, il suono si fa più scavato, tipico del metal old-school.
L’attenuatore integrato è un valore aggiunto cruciale. In modalità Low (1 watt), il volume si riduce sensibilmente, ma resta presente una sensazione di compressione naturale e una leggera spugnosità nell’attacco della nota: caratteristiche che rendono l’amplificatore molto piacevole anche a basso volume. Si ha la percezione di un amplificatore che satura le valvole finali anche senza eccedere nei decibel, restituendo quel senso di interazione “fisica” tipico dei circuiti valvolari spinti al limite.
Un ulteriore elemento che influisce sul risultato sonoro è lo speaker. Il combo Studio 900 monta un Celestion G12T-75, altoparlante storico per il brand inglese, ma nella versione 1x12” la risposta sulle basse è contenuta. Collegando la testata (ma vale anche per il combo) a cabinet esterni della serie Studio Classic, equipaggiati con Celestion V-Type in configurazione 1x12” o 2x12”, si recupera una gamma delle basse più corposa e una risposta generale più tridimensionale, utile soprattutto in ambito live. Tuttavia, è importante sottolineare che, se si desidera una risposta più piena o un suono che “riempia la stanza”, il tipo di cab abbinato al JCM900 Studio influirà sensibilmente sul risultato finale.
CONCLUSIONI
Il Marshall Studio JCM900 non è un semplice omaggio al passato, ma una vera rilettura funzionale del JCM900 4500, del quale riesce a condensare le caratteristiche salienti in un formato compatto. Il famoso suono “della 900” è lì, ben riconoscibile, ma oggi è più gestibile e versatile. La condivisione dell’EQ tra i due canali potrebbe sembrare una limitazione, ma è coerente con il progetto originale e contribuisce a restituirne il carattere. L’aggiunta della DI emulata e del loop effetti con Level dedicato, rende la versione Studio del JCM90 adatta all’utilizzo moderno, tanto in studio quanto sul palco.
Il prezzo di Euro 1.169,00 è in linea con quello degli altri Studio UK-made di casa Marshall: competitivo rispetto alla qualità costruttiva e sonora, anche se non propriamente budget-friendly. Resta il fatto che, per i fan del suono Marshall anni ’90, il JCM900 in versione Studio è uno amplificatore fedele, compatto e, finalmente, domestico.
SPECIFICHE TECNICHE (Head)
• Tipo: amplificatore valvolare 2 canali
• Potenza in uscita: 20W, scalabile a 5W e 1W
• Valvole preamp: 2 x ECC83 (12AX7)
• Valvola phase inverter: 1 x ECC83 (12AX7)
• Valvole finali: 2 x 5881
• EQ: Treble, Middle, Bass, Presence (EQ condiviso)
• Riverbero: a molla, con controllo separato per ciascun canale
• Loop effetti: con controllo di livello
• Ingressi: 1 x jack ¼”
• Uscite speaker: 1 x 16Ω, 2 x 8Ω/16Ω, 2 x 4Ω/8Ω
• Uscite linea: 1 x emulata, 1 x dry
• Controlli: Gain x2, Volume x2, EQ, Presence, Reverb x2, Attenuatore High/Mid/Low
• Footswitch: incluso (2 switch: canale / riverbero)
• Materiali: tolex nero, angolari ABS, pannello in alluminio
• Origine: Regno Unito
• Dimensioni: 245 x 510 x 240 mm
• Peso: 11.3 kg
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