TOM PETTY "Wildflowers Book"
recensione
Wildflowers esce nel 1994 dopo che Tom Petty firma con Warner Bros ed è l’album che lui stesso soleva definire il suo preferito di sempre. Prodotto da Rick Rubin, l’album viene accolto con clamore e finisce per aggiudicarsi il Platino tre volte.
L’album viene accreditato soltanto a Petty e non alla sua band abituale, The Heartbreakers, poiché: “Io e Rick [Rubin] volevamo una maggiore libertà di azione ed essere quindi meno vincolati...”, dirà Petty allora. Tuttavia, sono gli Heartbreaker a registrare in studio con Petty: Mike Campbell (chitarra ritmica/acustica), Benmont Tench (piano/harmonium), Howie Epstein (basso/cori) e Steve Ferrone alla batteria, che prende il posto...
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di Stan Lynch e da lì in avanti sarà membro ufficiale della band.
Petty scrive 25 brani con l’obiettivo di un doppio album, mentre successivamente viene deciso per un album singolo, selezionandone 15. Dei dieci brani esclusi dalla tracklist, Leave Virginia Alone sarà portato al successo da Rod Stewart l’anno successivo, mentre gli altri, rimaneggiati a dovere, saranno inclusi nell’album degli Heartbreakers che sarà la colonna sonora del film “She’s The One” (1966).
Caposaldo della discografia di Tom Petty, Wild Flowers fotografa la maturità dell’artista che, nato in Florida nel 1950, sprigiona nell’album tutta la passione e vitalità di indomabile rocker. L’omonimo libro ne traghetta lo spirito tra le sue pagine, offrendo al lettore il concreto spaccato di un artista considerato a tutt’oggi un’autentica icona del rock delle sue radici. (www.wildflowersbook.com)
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