PAOLO NUTINI Last Night In The Bittersweet

recensione
E’ un album variegato, Last Night In The Bittersweet, che rivela un Nutini impegnato a snocciolare una serie di mood anche inaspettati, dal rock celtico al krautrock della metà degli anni Settanta, dalla new wave, al folk e al rock più classico, per 16 tracce che egli crea in collaborazione con la sua band. Produzione: Paolo Nutini, Dani Castelar e Gavin Fitzjohn.
Caratterizzato da un sample estratto da un dialogo di “True Romance” (Una vita al massimo) –pellicola del 1993 di Quentin Tarantino con Patricia Arquette e Christian Slater – è Afterneath ad aprire la scaletta del nuovo album di Paolo Nutini.
Lose It si appropria di certe sfumature in arrivo dalle band teutoniche dei primi Settanta (su tutte Can e Neu!) corroborate dalle ficcanti linee di basso dello stesso Nutini, mentre Through The Echoes è invece un classico senza tempo, facilmente inseribile nel filone di Ben...
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E. King e Otis Redding, con la voce di un Nutini a ricordare il motivo per cui Atlantic Records lo ha voluto con sé.Acid Eyes è una canzone d’amore, triste ma piena di speranza, che si instilla da subito nella testa, mentre Petrified In Love gode di una giocosa e contagiosa spigolosità.
Un album immerso nelle atmosfere più diverse, come sempre ottimamente realizzato e suonato, ed accolto con ovazione nelle date del Last Night In The Bittersweet Tour che si chiuderà a Milano il 30 settembre 2022.
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