Universal Audio OX Stomp & Lion 68: il digitale che profuma di analogico

di Ignazio Vagnone
20 ottobre 2023
A costo di essere ripetitivi, non possiamo fare a meno di ritornare a parlare di Universal Audio. C’è poco da fare, ultimamente sono in stato di grazia e non ne sbagliano una. Ricordiamo per chi potesse avere meno familiarità con l’azienda, che la UA, fondata da Bill Putnam nel 1958, ha segnato alcune delle pietre miliari dell’audio, dalle console a valvole 610, ai compressori LA-2A e 1176, usati da chiunque a partire da Frank Sinatra per finire ai Van Halen. Oggi la UA si è confermata una delle realtà più acclamate nell’industria del recording.
Da quando è ultimamente entrata nel mondo della chitarra elettrica, ha alzato in modo rimarchevole l’asticella, imponendo uno standard di qualità sonora al quale tutti hanno dovuto tentare di adeguarsi.
E quindi, siamo di nuovo alle prese con due pedali, presentati a pochi giorni di distanza, diversissimi per funzioni e utilizzo, che francamente non riusciamo a toglierci ne’ dalla testa, e nemmeno dalla pedaliera, che ormai cresce a dismisura!

In ordine di presentazione, partiamo dall’OX Stomp.
Avete tutti presente la OX Amp Top Box, divenuta di fatto lo standard negli studi di registrazione per attenuare reattivamente gli amplificatori e trasferirli nel dominio digitale già trattati con le tecnologie UA...

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di Dynamic Room Modeling e Dynamic Speaker Modeling. Un must per ogni studio che si occupi di chitarra elettrica. Bene, immaginate di togliere la parte di attenuazione reattiva e di impacchettare in un pedale tutta la parte di modeling di casse, speakers, altoparlanti ed effetti… ed ecco la OX Stomp. In una pedaliera complessa, con magari due o tre diversi preamplificatori e numerosi effetti? A valle di tutto mettiamo la OX Stomp e possiamo giocarci 6 diversi preset con casse, microfoni ed effetti di qualità sopraffina, scelti sostanzialmente dagli stessi algoritmi che troviamo nella OX Amp Top Box. Colleghiamo la OX Stomp al mixer, e via, io gioco è fatto, con un suono eccellente, naturale e dinamico, controllabile e richiamabile sera dopo sera. Spettacolo.

Vogliamo farla ancora più facile? Abbiamo i nostri overdrive e le nostre modulazioni del cuore in pedaliera, ma non vogliamo o non possiamo usare un amplificatore vero, per questioni di spazio, di volume sul palco, di stage design minimalista o per pura pigrizia? UA aveva, fino a ieri, ben 3 diversi pedali che riproducevano alcuni degli amplificatori fondamentali per un chitarrista: un Fender Deluxe Reverb, un Fender Tweed Deluxe e un Vox AC30.
Cosa mancava? Esattamente, un pedale che potesse scatenare il sound del rock, quello grande, duro, da stadio. In pratica… un Marshall. Il nuovo Lion ‘68 propone ben tre varianti delle testate Plexi: la Super Bass, la Super Lead e la “Brown”, ovvero una Super Lead passata attraverso un Variac per sottoalimentarla, e con il bias delle valvole finali regolato molto “hot”. In una parola, il trattamento Van Halen.
Il Lion ’68 suona vero, potente, dinamico, e si fa apprezzare per un feeling eccellente sotto le dita. Difficile resistergli, ma lasciamo giudicare a voi, dopo aver visto il video ufficiale di presentazione, e l’eccellente demo di Peach Guitars in quel d’Inghilterra.

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