Virtual Simmetry

di Patrizia Marinelli
04 agosto 2020

recensione

Virtual Simmetry
Exoverse
PBR Records
Sin dal 2009, anno della loro fondazione, i Virtual Simmetry si sono affermati tra i protagonisti della scena progressive metal europea: senza sbagliare un colpo e, soprattutto, mantenendosi fedeli a se stessi. Dopo "Xlive Premiere" del 2018 e "X-Gate Suite" del 2017, con il nuovo "Exoverse" la band di Lugano (Svizzera) riconferma il loro intento: mescolare il prog rock dei Settanta con influenze neoclassiche e l’heavy metal con il cosiddetto pop-opera. Naturalmente, dando vita ad arrangiamenti sontuosi e sonorità solenni.

Registrato ai famigerati Real World Studios di Bath (UK) fondati da Peter Gabriel nel 1986, "Exoverse" è il primo esperimento concept della band elvetica. I brani, infatti, legati da un filo conduttore, raccontano il viaggio di un uomo alla ricerca di se stesso. Riflessioni introspettive a colpi di hard riff ed assoli e con il supporto di orchestrazioni bombastiche che intendono tenere l’ascoltatore incollato dal primo all'ultimo brano della scaletta.

I Virtual Simmetry sono Valerio Æsir Villa alla chitarra, Marco Pastorino al microfono, Alessandro Poppale al basso, Alfonso Mocerino alla batteria e Marco “Mark” Bravi alle tastiere. Ma non è tutto. Per "Exoverse", la band invitato ospiti davvero speciali. I loro nomi? Jordan Rudess alle tastiere; Tom S. Englund, Jennifer Vargas...

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e il coro gospel NuVoices Project al microfono, Thomas Lang alla batteria e Ruben Paganelli al sax. Infine, l’Orchestra Sinfonietta Consonus diretta da Simone Campete. Un cast che impresso un carattere marcato all’album in questione.

Apre "Entropia", uno strumentale guidato dal synth che via via lascia il posto al piano di Rudess, ai riffing heavy e ad una ritmica multiforme ed articolata. Elettronica e tanti effetti, lasciano quindi il posto a "XI", aperto da una solida intro di basso, seguita da audaci intrusioni di chitarra e voce. Arriva quindi "Odyssey", seguito da "Vortex", quest’ultimo uno degli episodi più heavy dell’album, là dove rimandi à-la Dream Theater si fanno sentire. Il relax torna con l’emozionale "Exodus", poi segue "Remember", caratterizzato di nuovo dalle prodezze dell’orchestra, da ottimi assoli e dal dialogo intrigante tra organo e archi. Da notare anche l’intervento di Paganelli al sax tenore.

L’album torna al rock con "Safe": riff iniziale di chitarra in stile Settanta pieno di brio, e MiniMoog che va a dissolversi in lidi più classici. Chiude la suite "Exoverse" in cui c’è un po’ di tutto: dalla chitarra ritmica a un vibe squisitamente prog, fino al coro gospel nel finale.
Insomma, in "Exoverse" i Virtual Simmetry dicono di non aver lasciato nulla al caso ed auspicano nell’assenso degli ascoltatori più raffinati.

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