MIKE ZITO Life Is Hard
recensione
Sono 12 i brani che compongono la tracklist di Life Is Hard, per una miscela blues fatta di composizioni di Zito, interpretazioni di alcuni contemporanei (Tinsley Ellis, Walter Trout, Tab Benoit, Fred James) e di interessanti cover dei maestri Reverend Gary Davis (Death Don't Have No Mercy), Little Milton (Lonely Man) e George Sherry (No One To Talk To... But The Blues).
Life Is Hard, titolo quanto mai emblematico che Zito sceglie per l’album, arriva a seguito della scomparsa di sua moglie Laura per una malattia, ed è così che i temi dell’amore e della perdita sono il fulcro centrale delle sue composizioni, con la musica ad assumere un valore taumaturgico.
Forever My Love è il culmine di tutto ciò, quel brano struggente che Zito compone allora per sua moglie e che lei ascolta spronandolo...
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ad andare avanti: una ballad in 12/8, là dove la chitarra raggiunge vette di lirismo elevate, con tanto di assolo finale da incorniciare per intenzione, gusto ed intensità; il tutto, per un suono grosso, liquido ed altamente espressivo, complice la PRS single-cut che Zito imbraccia con maestrìa.
Tra gli omaggi di Zito ai contemporanei del blues della tracklist vi è l’adrenalinica versione di Nobody Moves Me Like You Do di Walter Trout, l’iconico Dying To Do Wrong di Tinsley Ellis, ma anche Have A Talk With God di Steve Wonder, in una interpretazione che trasuda rispetto e devozione nei confronti dell’artista americano.
La tracklist, infine, fa spazio al rock di These Eyes, hit del 1969 dei canadesi Guess Who (firmata Randy Bachman e Burton Cummings) che Zito prende a prestito interpretandone magistralmente
la melodia, con lo splendido supporto di Jade Macrae e Dannielle Deandrea ai cori.
Un album, Life Is Hard, sapientemente realizzato e carico di tutti quegli ingredienti che continuano a rendere il blues un genere musicale senza tempo.
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