NOTHING BUT THIEVES Moral Panic

di Andrea Martini
11 dicembre 2020

recensione

NOTHING BUT THIEVES
Moral Panic
RCA Records/Sony Music
Una pungente protesta morale verso il mondo odierno – carica di polemiche, invettive, rabbia e rassegnazione – dietro la quale, tuttavia, la speranza esiste ancora. In estrema sintesi, potrebbe essere questa la descrizione delle emozioni che si rincorrono in Moral Panic , il nuovo e terzo album dei britannici Nothing But Thieves.

Parecchie le riflessioni trattate nelle 11 tracce della tracklist (sui disordini politici, sui social, sul cambiamento climatico, sulla società odierna in generale) e, accanto ad esse, il desiderio di staccare la spina e fuggire via, allo scopo di guardarsi dentro e ritrovare sé stessi. “Il nostro album è come stare sulle montagne russe, su e giù fra le tracce ora più vive ed energiche [Unperson, Is Everybody Going Crazy? Can You Afford To Be An Individual?], ora lievi e delicate [There Was Sun e Free If We Want It] ed infine in mezzo a quelle che fondono assieme le diverse sfumature emotive [Moral Panic e Before We Drift Away]…”

Moral Panic ha avuto una gestazione a tratti complicata…” – dichiara la band – “l’album ha a che vedere con l’effetto che hanno su di noi...

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le pressioni del mondo odierno in questa era dell’informazione a tutti i costi. Riguarda le persone. Riguarda la rabbia e la rassegnazione al contempo. Siamo messi l’uno contro l’altro costantemente e le nostre paure vengono utilizzate contro di noi per generare “entrate pubblicitarie” […] Viviamo aggregati in tribù online e talvolta la rete è l’unico modo che abbiamo per affrontare la giornata, ma qualcuno la utilizza per creare difficoltà e dolore nelle persone. Dove possiamo trovare speranza o sollievo? Abbiamo ancora modo di scegliere qualcosa? Puoi permetterti di essere ancora un individuo? Realizzare questo album è stata una esperienza catartica. Speriamo lo sarà anche per chi lo ascolterà…”


I Nothing But Thieves nascono nel 2012 nell’Essex britannico e debuttano nel 2015 con il disco omonimo. Segue Broken Machine (2017) ed ora è la volta di Moral Panic, prodotto da Mike Crossey (The 1975, Arctic Monkeys e Wolf Alice). Ad oggi vantano 780mila copie vendute, oltre 950 milioni di stream, oltre 165 milioni di streaming video e numerose date soldout (150milla i biglietti venduti soltanto nel loro ultimo tour britannico). Non c’è dubbio, il loro alternative rock ed il loro sound di grande impatto, si sono conquistati i favori di un pubblico vasto ed entusiasta.

Abbiamo già due album alle spalle e di volta in volta ci siamo spinti un po’ più in là. Oggi abbiamo un po’ più di esperienza, ed essa ci consente di sperimentare non solo con la composizione, ma anche a livello di registrazione. Il disco precedente era probabilmente nato come reazione verso il nostro album di debutto, mentre ‘Moral Panic’  è un disco che definiremmo stand-alone; forte dell’esperienza alle nostre spalle, rappresenta per certi versi una sorta di nuovo inizio, un nuovo capitolo della nostra storia…”

Dichiara Joe Langridge-Brown: “Il disco precedente [Broken Machine] era nato on the road, mentre questo disco [Moral Panic] lo abbiamo composto prima e durante il lockdown. E’ la prima volta in cui siamo stati così tanto tempo a casa ed abbiamo potuto dedicarci all’album, e credo sia anche questo il motivo per cui questo disco parla un po’ meno di noi e un po’ più di quello che ci circonda. […] Per quanto riguarda i social media, siamo a favore ma anche contro: sicuramente durante il lockdown molte persone li hanno utilizzati per sentirsi meno soli, però a mio avviso andrebbero regolamentati come la televisione, la radio, la pubblicità ed il trattamento dei dati… I social media non lo sono e questo può creare dei problemi…”

Alla domanda – “c’è un brano nella tracklist che vi coinvolge di più? E nel caso, per quale motivo?” – risponde Conor Mason: “In generale, il brano più riuscito è quello su cui non ci devi lavorare su troppo affinché si aggiusti il tiro; è l’idea che conta su tutto. Per tale motivo, in questo disco, il brano che sentiamo di più è ‘Can You Afford To Be Individual?’visto che poggia giusto sulla semplicità di due frasi ed è molto coinvolgente a livello emotivo. Condensa un po’ tutto quello che mi piace del rock e confesso che quando lo ascolto mi pare che sia di qualcun altro, mentre invece è mio!”

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