IN FLAMES Foregone

recensione
Il passare del tempo e l’età si fanno sentire anche per gli In Flames, che sono maturati in una nuova e più pesata forma. Foregone è il primo album della band dal 2008 ad avere una lineup stabile rispetto all’uscita discografica precedente, e questo fa sì che il prodotto finale suoni compatto, potente e ben misurato.
Foregone è una commistione di molti elementi già ascoltati a più riprese nella carriera della band svedese, elementi che in questo caso si fondono in una ben riuscita forma corale. Da momenti più melodici e lirici (Pure Light of Mind), a cavalcate di stampo power (The Great Deceiver) passando per del thrash dal...
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piglio old-school (Meet Your Maker), gli In Flames imbastiscono un’uscita discografica che sembra non sprecare mai un solo secondo di tempo. Al lavoro del solito, ottimo e troppo sottovalutato, Björn Gelotte, si affianca quello di un veterano come Chris Broderick, ed il risultato finale parla da sé.
Foregone è un album maturo, un lavoro che non riporta il calendario al 1994, ma che invece continua a rafforzare un percorso di mutazione e crescita nel quale la band ha creduto per molto tempo con forza e tenacia.
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