VAN DER GRAAF GENERATOR il disco dell’addio?

Un disco energico e corrosivo, meno crepuscolare di alcuni altri capitoli del passato: brani che colpiscono per il loro apparato testuale, supportati dalla voce magnetica e ispirata e per gli interventi ad hoc della chitarra elettrica di Hammill; dal basso e organo di Benton, e dalla batteria di Evans.
Hammill definisce “Do Not Disturb” il migliore album del “Generatore” dalla reunion degli anni Duemila: periodo che, in realtà, contempla altri quattro album in 11 anni di attività.
Nei solchi di "Do Not Disturb" si alternano momenti più intimistici ad altri più rock. Si ascolti “Brought To Book” con i suoi cambi di atmosfera e il pathos crescente: è proprio la chitarra e la miscela corrosiva di guitar-organo-batteria a marcare le transizioni. Nove i brani del disco, tutti dilatati, che richiamano alla mente, per certi versi, quelli nell’album “World Record” uscito 40 anni fa.
Annota Paolo Carnelli, uno dei maggiori cultori del mood&sound del Generatore: “Come nel 1976, tutto sembra ruotare intorno alla voglia della band...
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