JOE BONAMASSA Blues Deluxe Vol. 2

recensione
A 20 anni di distanza dal giorno della sua pubblicazione, Bonamassa ha festeggiato Blues Deluxe con un’edizione remastered pronta ad elevare le dodici tracce su un nuovo piano uditivo. Ri-masterizzare Blues Deluxe , però, non poteva essere abbastanza per uno dei chitarristi più produttivi del globo, e così - affiancato dall’amico Josh Smith nelle vesti di produttore - Bonamassa ha dato vita anche a Blues Deluxe Vol. 2 . Così come l’originale ...
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Blues Deluxe del 2003, Vol. 2 mette insieme una manciata di cover e due inediti, per compilare una scaletta che vuole essere un banco di prova, tanto quanto una celebrazione.è [...] volevo che questo album dimostrasse un po’ di quelli che sono stati i miei progressi negli ultimi 20 anni. Le differenze fra un 26enne spocchioso, ed un 46enne sono molte... - ha detto Bonamassa - Volevo capire se quel fuoco che bruciava dentro di me 20 anni fa, fosse ancora vivo. Sono ancora affamato come allora? Sono ancora in grado di rendere omaggio ai miei eroi? La risposta è nel mezzo di queste nuove tracce .
Dieci, per la precisione, sono le tracce che compongono Blues Deluxe Vol. 2 , il quale riporta a galla brani più ricercati (come quelli di Bobby “Blue” bland, Ronnie Earle & The Broadcasters, oppure Pee Wee Crayton), così come un paio di perle più famose come Lazy Poker Blues dei Fleetwood Mac e You Sure Drive a Hard Bargain di Albert King. Tornando ai primi anni della sua carriera di bluesman, nei quali mescolare cover ed inediti era una prassi ricorrente (si veda il trittico di album composto da Blues Deluxe, Had To Cry Today e You & Me ), i brani Hope You Realize It e Is It Safe To Go Home formano la quota di inediti di Vol. 2. Se la prima delle due è firmata da Bonamassa e Tom Hambridge, la seconda è invece frutto della penna di Josh Smith, il quale si ritrova insieme a Kirk Fletcher anche sulla re-interpretazione di The Truth Hurts di Kenny Neal.
Blues Deluxe Vol. 2 è sicuramente molto meno catartico rispetto all’originale del 2003, ma oggi come allora conferma inequivocabilmente il peso del ruolo di Bonamassa nell’odierna concezione e veicolazione del patrimonio blues.
Francesco Sicheri
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