Friedman IR-X

di Ignazio Vagnone
02 settembre 2023
Abbiamo già scritto più volte che questa è l’età dall’oro per i chitarristi. Mai come oggi abbiamo a disposizione una scelta quasi infinita di soluzioni per avvicinarci a quell’idea di suono che abbiamo in mente. Abbiamo appena finito di parlare del Fender Tone Master Pro, ed ora ci troviamo tra le mani il Friedman IR-X. Certamente non la stessa cosa, ma altrettanto interessante per lo stesso tipo di chitarrista. Età dell’oro, si diceva, e finitura nera e oro per l’IR-X, bello, solido, e tremendamente ben suonante.

“Solo” un altro preampli a valvole? Non esattamente. Innanzi tutto, due valvole, alimentate ad alto voltaggio. Roba vera, non una valvolina buttata lì più per marketing che per esigenze sonore.
Due canali, interamente analogici, con controlli di Gain, Volume ed Equalizzazione completamente separati, e due boost programmabili, quindi un totale di 4 suoni commutabili a pedale. Una sezione di IR Loader con tre slot di memoria assegnabili a ciascun canale. Loop effetti, ed un bell’assortimento di funzioni accessorie (bright, tight, boost volume, gain control) gestibili tra mini-switch e trimmers. Non manca un software editor per programmarsi tutte le funzioni commutabili dal pedale – ed alcune regolabili solo da software, come Presence e Thump. I preset...

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sono richiamabili tramite la porta MIDI, per gestirlo da pedaliere dotate di looper con memorie programmabili. Infine troviamo un’uscita cuffie ed una porta USB-A, scelta questa francamente poco comprensibile, quando ormai la USB-C è lo standard dell’industria.

Torniamo a bomba: come suona? Beh, a noi è piaciuto e molto. Flessibile, compatto, potente, facile da integrare in una pedaliera. Quasi senza punti deboli sulla carta. Poi lo mettiamo sul tavolo, ci colleghiamo una chitarra, come fa Shawn Tubbs in questo video, e proviamo a suonare: apriti cielo… le due 12AX7 fanno un bel lavoro, svariando tra dei clean dinamici, appena sull’orlo del breakup, con un attacco in bell’evidenza, molto Hendrixiano, fino al ruggito dei Plexi belli imballati. Si cambia canale e si entra in quel mondo tipicamente americano, con gain liquido e sustain a non finire, ma sempre caratterizzato da quell’attacco immediato e quella presenza, che sono un po’ il marchio di fabbrica di Friedman. Le tre IR a bordo hanno un bel carattere e suonano distintamente diverse, pur condividendo la classica ricetta: Celestion Greenback/V30 in una 4x12 chiusa. E poi altre 9 IR sono accessibili e caricabili nell’IR-X tramite il software.

Ovviamente un oggetto come questo non poteva sfuggire alle mani della redazione di Guitar Club Magazine, che lo presenterà nei dettagli sul prossimo numero. Non perdetevelo!

Decisamente rock-oriented, l’IR-X è una macchina moderna, completa ed efficiente, che si inserisce direttamente ai piani alti della competizione, visto anche il prezzo, non entry-level, ma nemmeno troppo esagerato. Forse qualcuno potrebbe lamentare una certa difficoltà nell’ottenere suoni clean di ispirazione Fender, ma ci verrebbe da dire che per quei suoni, si va a cercare un altro tipo di preamplificatore. Oltre al video di Swan Tubbs, ci gustiamo anche la video-presentazione ufficiale, con Dave Friedman e Jordan Ziff, che esplora il lato più hard/heavy dell’ IR-X. Ci sorprendiamo a guardare la nostra pedaliera: facciamo spazio per un altro preampli?

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