CACTUS Evil Is Going On

recensione
Si pensi alla voce roca e tagliente di Russell “Rusty Day” Davidson, alla batteria incendiaria di Carmine Appice, alle travolgenti linee di basso di Tim Bogert, conditi dal vincente sodalizio Gibson Les Paul/Fender Amp valvolare di Jim McCarty (celebre il suo Twin Reverb del ‘64, un amplificatore che ha letteralmente fatto la storia della scena rock nata a Detroit): ebbene, nella sua prima incarnazione (1969), il quartetto ha sfornato dischi e dato vita a performance capaci di dare del filo da torcere ai coevi Grand Funk Railroad, Deep Purple e Led Zeppelin in quanto a tecnica, ispirazione e, naturalmente, volume!
In questa ottica, Evil Is Going On, il recente cofanetto retrospettivo di ben 8 CD, rappresenta una gustosa occasione per riassaporare (o recuperare, per chi se le fosse perse…) le gemme più fulgide di una discografia ancora oggi, come allora, impattante. Non è un caso, infatti, che i Cactus abbiano influenzato band come Kiss, Aerosmith e Van Halen (si ascolti l’introduzione di...
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Let Me Swim ponendola a confronto con Eruption per fugare ogni dubbio!) a testimonianza di quanto il passato, prima o poi, ritorni. Sempre. Così come per Jim McCarty che, pur avendo contribuito a modellare il sound di Eddie Van Halen o Ted Nugent, affonda le proprie radici nella lezione blues di Jimi Hendrix (che i Cactus hanno conosciuto e visto in più occasioni) e il Jeff Beck del periodo Truth (1968) e Beck-Ola (1969).
Per gli amanti del suono chitarristico e selvaggio, dischi come Cactus (1970) oppure One Way… Or Another e Restrictions (1971) [entrambi registrati dal vivo in presa diretta da Eddie Kramer, sound engineer dello stesso Hendrix] diventano imprescindibili e costituiscono un prezioso varco spazio-temporale per tornare alle origini dell’hard rock di inizio anni Settanta, permettendo all’ascoltatore di godere di una band tanto chiacchierata quanto sfortunata [Jim McCarty abbandona dopo i primi tre album, mentre Rusty Day, licenziato dalla band, viene ucciso anni dopo per strane vicende legate al traffico di droga] e permettendo di avere a disposizione lavori rimasti a lungo fuori catalogo.
Il cofanetto – Evil Is Going On – è corredato da un esaustivo booklet illustrato, comprendente anche due interessanti saggi critici a firma di Malcolm Dome, rinomato pioniere del giornalismo musicale rock e metal. Tante le curiosità [soprattutto inerenti alle origini dei Cactus, nati dal desiderio di Carmine Appice e Tim Bogert di staccarsi dai Vanilla Fudge per virare verso territori e sound più aggressivi] e tanti i brani che andranno a pompare nelle casse degli impianti audio degli appassionati della seicorde, e non solo. Che altro aggiungere? Forse soltanto l’indicazione presente nei credits del primo disco della band: “this album should be played at High level!”
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