CACTUS Evil Is Going On

di Umberto Poli
01 aprile 2023

recensione

CACTUS
Evil Is Going On
Cherry Red Records
Pur se mai del tutto accolti tra le braccia del mainstream, i Cactus sono diventati negli anni una band di culto capace di vantare un nutrito stuolo di fans in ambito heavy e hard rock.

Si pensi alla voce roca e tagliente di Russell “Rusty Day” Davidson, alla batteria incendiaria di Carmine Appice, alle travolgenti linee di basso di Tim Bogert, conditi dal vincente sodalizio Gibson Les Paul/Fender Amp valvolare di Jim McCarty (celebre il suo Twin Reverb del ‘64, un amplificatore che ha letteralmente fatto la storia della scena rock nata a Detroit): ebbene, nella sua prima incarnazione (1969), il quartetto ha sfornato dischi e dato vita a performance capaci di dare del filo da torcere ai coevi Grand Funk Railroad, Deep Purple e Led Zeppelin in quanto a tecnica, ispirazione e, naturalmente, volume!

In questa ottica, Evil Is Going On, il recente cofanetto retrospettivo di ben 8 CD, rappresenta una gustosa occasione per riassaporare (o recuperare, per chi se le fosse perse…) le gemme più fulgide di una discografia ancora oggi, come allora, impattante. Non è un caso, infatti, che i Cactus abbiano influenzato band come Kiss, Aerosmith e Van Halen (si ascolti l’introduzione di...

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Let Me Swim ponendola a confronto con Eruption per fugare ogni dubbio!) a testimonianza di quanto il passato, prima o poi, ritorni. Sempre. Così come per Jim McCarty che, pur avendo contribuito a modellare il sound di Eddie Van Halen o Ted Nugent, affonda le proprie radici nella lezione blues di Jimi Hendrix (che i Cactus hanno conosciuto e visto in più occasioni) e il Jeff Beck del periodo Truth (1968) e Beck-Ola (1969).

Per gli amanti del suono chitarristico e selvaggio, dischi come Cactus (1970) oppure One Way… Or Another e Restrictions (1971) [entrambi registrati dal vivo in presa diretta da Eddie Kramer, sound engineer dello stesso Hendrix] diventano imprescindibili e costituiscono un prezioso varco spazio-temporale per tornare alle origini dell’hard rock di inizio anni Settanta, permettendo all’ascoltatore di godere di una band tanto chiacchierata quanto sfortunata [Jim McCarty abbandona dopo i primi tre album, mentre Rusty Day, licenziato dalla band, viene ucciso anni dopo per strane vicende legate al traffico di droga] e permettendo di avere a disposizione lavori rimasti a lungo fuori catalogo.

Il cofanetto –  Evil Is Going On – è corredato da un esaustivo booklet illustrato, comprendente anche due interessanti saggi critici a firma di Malcolm Dome, rinomato pioniere del giornalismo musicale rock e metal. Tante le curiosità [soprattutto inerenti alle origini dei Cactus, nati dal desiderio di Carmine Appice e Tim Bogert di staccarsi dai Vanilla Fudge per virare verso territori e sound più aggressivi] e tanti i brani che andranno a pompare nelle casse degli impianti audio degli appassionati della seicorde, e non solo. Che altro aggiungere? Forse soltanto l’indicazione presente nei credits del primo disco della band: “this album should be played at High level!”

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