Martin Barre "Roads Less Travelled"

di Patrizia Marinelli
13 dicembre 2018

intervista

Martin Barre
Roads Less Travelled
Settimo album di Martin Barre, “Roads Less Travelled” si pone con i suoi brani freschi e godibili, il suo rock folk flavour dei Settanta e la voglia di sperimentare certi suoni e certi lidi. Un album già definito il più riuscito della carriera solista dell’ex Jethro Tull.

In questo album, il chitarrista di Birmingham che ha prodotto alcuni degli assoli più celebrati non soltanto della band di Ian Anderson ma della storia del rock progressive, fa di nuovo sfoggio della sua abilità e musicalità. Accanto a lui, i musicisti di sempre – Dan Crisp alla voce e Alan Thompson al basso – questa volta supportati da Becca Langsford e Alex Hart (vocal), Josiah J (Hammond/percussion), Aaron Graham e Darby Todd (drum) e Buster Cottam (upright bass): un pool di musicisti in perfetta sintonia.

Apre “Lone Wolf”, il brano più hard rock della scaletta, seguito da “Out Of Time” che ricorda da vicino i Jethro Tull; poi il registro cambia e arrivano “I’m On My Way” con la chitarra di Barre protagonista assoluta e “Roads Less Travelled” con riff coinvolgenti e una sezione ritmica imponente e granitica.
Il flavour blues è il fulcro su cui...

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poggia “Badcore Blues” con la vivida interpretazione della Langsford, a cui fanno seguito “Seattle” e “For No Man”.
Di nuovo blues con “(This Is) My Driving Song”, caratterizzato dall’intervento dell’Hammond e dal mandolino di Martin Barre e con “You Are An Angel”, una buona prova ad opera di Alex Hart.

Barre torna alla chitarra acustica con “Trinity” ed infine l’album chiude con “And The Band Played Only For Me” col suo sapore jazz/blues dettato dal duetto che impegna chitarra acustica e organo Hammond.
Un album, “Roads Less Travelled”, che percorre strade poco frequentate e che ha tutte le carte in regola per soddisfare i fans di Martin Barre in versione solista ma anche quelli di vecchia data dei Tull.

MARTIN BARRE Q&A

“Roads Less Travelled” conferma la tua abilità e creatività di artista solista...
Semplicemente, io desidero che ogni mio album faccia un passo in avanti dal momento che gli standard che chiedo a me stesso sono sempre molto alti. So che i miei fans si aspettano il meglio da me ed io a quel meglio cerco di andarci il più vicino possibile.

A cosa fa riferimento il titolo?
Il titolo rispecchia la mia attitudine verso i vari aspetti della vita, incluso naturalmente quello meramente e musicale. Mi ha sempre annoiato chi copia o ricicla le idee dal passato. Penso che fare delle scelte, magari anche impopolari ma comunque imprevedibili, ti porti ad intraprendere un viaggio alla scoperta della novità.

Nell’album suoni parecchi strumenti, ce ne parli?
Oltre alla chitarra, ho sempre sperimentato con vari strumenti e continuerò a farlo: mandolino, mandola e bouzuki sono la mia seconda estensione e li utilizzo per le armonie ed orchestrazioni. Oltretutto non si mescolano con le frequenze della chitarra elettrica e così ho uno spazio definito e “pulito”. Inoltre, suono il flauto da quando avevo 16 anni ma per tanto tempo l’ho tenuto da parte… per ovvie ragioni! [Si riferisce al fatto che era Ian Anderson a suonare il flauto nei Jethro Tull]

C’è un brano dell’album che ti ha dato del filo da torcere?
Direi di no. Mi impegno al massimo in ogni fase della composizione e pre-produzione e così non ho mai brutte sorprese quando poi vado in studio a registrare. Inoltre, faccio in modo che i musicisti che lavorano con me abbiano una certa libertà di movimento affinché aggiungere ai brani i loro peculiari tratti. I testi mi hanno preso un sacco di tempo e li ho riscritti parecchie volte poiché via via non mi sembravano adeguati al mood dei brani. Per strutturare i brani mi ci sono voluti un paio di mesi e per scrivere i testi mi ci è voluto un mese intero!

Una volta Mark Knopfler disse che l’interplay tra te e Ian Anderson era una vera magia: pensi che un giorno tornerete a suonare assieme?
Mi sembra improbabile sebbene io non abbia mai chiuso alcuna porta… Oltretutto, oggi io ed Ian siamo parecchio impegnati con i nostri rispettivi progetti. Onestamente ora godo di parecchia libertà e suono la chitarra molto più di prima, oltre che comporre brani, fare gli arrangiamenti, esplorare mood e sound: una situazione che mi dà grosse soddisfazioni. Decidere di mettere la parola fine ai Tull è stata forse una cattiva decisione dal punto di vista del business, ma a livello personale devo dire che mi sono liberato di una situazione che stava divenendo via via sterile.

Tu hai assaporato il grande successo degli anni Settanta: oggi che consiglio ti senti di dare ai giovani musicisti intenzionati a imbastire un loro peculiare percorso?
“Take the road less travelled!” [Prendete la strada meno battuta… come recita il titolo dell’album di Barre] Chi studia la musica può trovare tante di quelle idee su internet… ma nessuna di esse sarà mai la vostra! Siate liberi, scoprite il meraviglioso mondo che la musica vi offre ma create il vostro, di mondo…

Roads Less Travelled – tracklist
1. Lone Wolf (4:04)
2. Out Of Time (3:06)
3. I'm On My Way (4:07)
4. Roads Less Travelled (4:27)
5. Badcore Blues (3:28)
6. Seattle (4:03)
7. For No Man (3:51)
8. (This Is) My Driving Song (3:44)
9. You Are An Angel (2:36)
10. Trinity (3:32)
11. And The Band Played Only For Me (6:01)

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