Jenny Sorrenti & Saint Just "Prog Explosion And Other Stories"

di Gaetano Menna
12 ottobre 2018

recensione

Saint Just Jenny Sorrenti
Prog Explosion And Other Stories
Progressivamente / MaRaCash Records
Saint Just è stata una band napoletana attiva nei primi anni Settanta, protagonista di due LP di rock progressive altamente innovativi, entrambi pubblicati dalla prestigiosa etichetta inglese Harvest. Un trio di acid folk che spaziava tra sonorità e vocalità eteree ed ipnotiche e che riuniva assieme Toni Verde (chitarra classica, basso, contrabbasso e voce), Robert Fix (sax) e l’anglo-partenopea Jenny Sorrenti che caratterizzava il sound con la sua voce carismatica ed evocativa.

Nel 1973 la band pubblicò l’omonimo 33 giri – Saint Just – seguito l’anno successivo da La Casa del Lago che vedeva una formazione rivisitata, questa volta senza Fix, e con Tito Rinesi (chitarra, voce), Andrea Faccenda (chitarra, tastiere), Fulvio Maras (batteria, percussioni), Vince Tempera (tastiere), oltre alla Sorrenti e Verde.

Dopo quell’esperienza, Jenny avviò la sua carriera da solista con l’album Suspiro (1976) in cui apparvero pure un giovane Pino Daniele in veste di chitarrista e il violinista Lucio Fabbri della PFM. Fonico: Peter Kaukonen, fratello di Jorma Kaukonen (dei Jefferson Airplane). Nel 1979 uscì il suo secondo disco, in cui era presente anche un giovane Francesco De Gregori. Appassionatasi quindi alla musica medievale e celtica, la giovane artista pubblicò tre dischi particolari: Medieval Zone (2001), Com’è...

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Grande Enfermidade (2006) e Burattina (2009).
Questo l’antefatto… Agli inizi del decennio in corso, Jenny Sorrenti ha riportato in vita i Saint Just pubblicando il terzo LP della loro carriera, Prog Explosion (2011): in buona sostanza, uscito a quasi 40 anni di distanza dal precedente.
Quel vinile viene ora (ri)edito in versione CD con il titolo Prog Explosion And Other Stories (Progressivamente/MaRaCash Records 2018), arricchito da ulteriori quattro brani (… le altre storie, per l’appunto) registrati di recente. In due di tali nuovi brani (le riletture di Vorrei Incontrarti e Sienteme) canta pure il fratello di Jenny, Alan Sorrenti.

A sette anni di distanza dal vinile alla versione CD, la band è stata completamente rivoluzionata ed ora conta su Giuseppe Spinelli (chitarra), Dario Spinelli (basso), Davide Ferrante (batteria), Peppe Mazzillo (tastiere).
Decisamente interessanti, i brani del vinile mettono in evidenza, la chitarra di Elio Cassarà, l’Hammond di Ernesto Vitolo e le percussioni del compianto Marcello Vento (Albero Motore, Canzoniere del Lazio, Carnascialia). Mozione di affetto, inoltre, per Francesco Di Giacomo, il leggendario vocalist del Banco del Mutuo Soccorso scomparso quattro anni fa, che appare nella title track: una vera esplosione di suoni, colori ed emozioni; una lunga jam tra risate, recitato e le voci dei due cantanti che si cercano. Colpisce anche l’inedito E Poi d’Inverno, in bilico tra canzone d’autore e prog, mentre è il brano di apertura (Il Fiume Inondò) – lo stesso del disco di esordio dei Saint Just – a saldare e caratterizzare il percorso straordinariamente unico di questa band.

Jenny Sorrenti ricomincia quindi da qui, pur se già sta pensando al quarto disco della band che si catapulterà in un mondo di sonorità ritrovate. Sul palco, oggi, alterna le tastiere alla sua chitarra Ovation. Nei Settanta imbracciava Rickenbacker ed Eko a 12 corde, mentre Alan Sorrenti utilizzava una vissuta Gibson. “L’ho suonata anch’io per tanto tempo…” – ricorda Jenny – “succedeva spesso che ci scambiavamo le chitarre!”


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