Kento & The Voodoo Brothers

recensione
Un filo teso tra la poetica di Guccini e il crossover dei Rage Against The Machine ma, se pensate agli stereotipi dell’hip-hop televisivo, siete lontani anni luce! Kento, infatti (l’unico rapper ospite al Premio Tenco 2016) rappresenta il rock di protesta ma non i lustrini di Fedez.
Un album dall’atmosfera decisamente cupa: complici le distorsioni sporche, anche nelle linee di basso, pur se non mancano momenti più romantici e riflessivi, là dove la ballad si alterna alle ritmiche serrate e alla voce spesso effettata. E se il calore del blues e della black music coccolano l’ascoltatore nel corso delle 10 tracce, il flow del rap e gli arrangiamenti dal respiro moderno e internazionale, vanno a rendere il disco all’altezza del mercato contemporaneo. Suggerito a un pubblico dai trenta agli anta...
La chitarra utilizzata per le registrazioni dell’album è una Gibson Les Paul Standard collegata...
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a un Fender Twin Amp: accordatura Open D e largo uso dello slide. Effetti: Ibanez TS-808 (overdrive) e AD80 (delay), Bixonic Expandora (overdrive), e Fulltone Supatrem (tremolo). Riguardo ai bassi, sono stati utilizzati un Fender Precision del 1983 Made in Usa, un Eko Barracuda Bass e un Minibrute Bass Synth. Testata Eden WT 400 collegata a un cabinet Eden 4x10” ed un Big Muff Fuzz Pedal.
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