JOE LOUIS WALKER

di Dario Guardino
09 maggio 2022

recensione

JOE LOUIS WALKER
Electric Electric
Cleopatra Records
Electric Electric è il nuovo album in studio di Joe Louis Walker, uno dei bluesman più noti del firmamento blues mondiale. Classe 1949, Walker si fa notare da giovanissimo suonando nei locali della Bay Area californiana, ed è già in quei primi anni che ha modo di condividere il palco con musicisti blasonati, tra cui John Mayall, Willie Dixon, Charlie Musselwhite, Muddy Waters e Jimi Hendrix!

Ultimo capitolo della cospicua discografia in studio che Joe Louis Walker inaugura nel 1986 con Cold Is The Night, l’odierno Electric Electric si compone di nove tracce che percorrono dalle sfumature più country a quelle più venate di funk-soul, in un equilibrato mix di cover e brani originali a firma J.L. Walker; il tutto, supportato a dovere da Philip Young alle tastiere e da una sezione ritmica viva e pulsante, formata da Lenny Bradford al basso e Byron Cage alla batteria.

Non c’è modo migliore che far partire l’album con uno shuffle suonato con la verve che contraddistingue il guitar playing dell’artista statunitense: in Uptown Girl Blues (una reale rollicking-shuffle-tune) Walker dà il meglio di sé e lo fa soprattutto nell’assolo, nel quale, pur adottando...

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un fraseggio prevalentemente pentatonico, va a sciorinare sapidi lick da bluesman consumato.

Marcatamente venato di funk-soul, Gone Alone è impreziosito da una sezione fiati che sa di Motown, mentre Two Trains Running (brano originale), mette in primo piano la voce di Walker e quella della sua chitarra acustica, per suoni che paiono provenire da un giradischi vecchio e che riportano alle atmosfere del “famoso incrocio” [Crossroad] ed al suo “diabolico” ideatore: Robert Johnson.

Arriva quindi una cover che non ci aspetta dalla tracklist in questione – più precisamente, Hotel California l’indimenticabile brano degli Eagles del 1976 – proposto in una versione non “esattamente indimenticabile”… (A parere di chi scrive, per effetto di un certo timore reverenziale verso la storica band e la relativa storica hit). Eccetto la tonalità d’impianto (il brano viene eseguito un tono e mezzo sotto), Walker mantiene un arrangiamento simile all’originale anche nella scelta delle note dell’immortale assolo, specie nella prima parte, salvo poi lasciarsi andare (pur se in maniera non troppo convincente) nella sezione finale, totalmente improvvisata.

Walker si riscatta con la trascinante e funky Warewolves Of London di Warren Zevon, ovvero, la cover che va a chiudere la tracklist; suono Fat che fa la rima con mogano ed humbucker, ed un assolo nello stile di Walker più puro e sanguigno.

Che dire in chiusura? Oltre a rappresentare l’ennesimo riuscito album di Joe Louis Walker, Electric Electric è la testimonianza che questa vera icona del blues mondiale che ha spento da un pezzo spento le settanta candeline, versa ancora in una forma smagliante!

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