Ivano Icardi - "So Far Away"

recensione
Che questo sia “solamente” il secondo album solista di Icardi è fattore di poco conto, in quanto, come molti lettori già sapranno, siamo di fronte ad un musicista di lunga esperienza, elemento che subito emerge palese fin dalla traccia d’apertura del disco e prosegue fino alla conclusiva (suggestiva ed intimista) Voices From The Past. Se il predecessore poteva essere considerato come un corposissimo biglietto da visita, So Far Away sembra aver percorso la strada ricevuta in eredità, proseguendo ed ampliando gli orizzonti, con il risultato di aver posto sotto...
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luce nuova dettagli e sfumature inedite.
Da Fuego (nella quale i vari appassionati potrebbero riconoscere più di un elemento d’estrazione vaughaniana), passando per il “chillin’ mood” di Los Angeles, fino alle fitte trame country di Redneck Rampage (ma di brani da citare ce ne sarebbero sicuramente altri), il nuovo So Far Away è la logica prosecuzione di un percorso intrapreso con grande gusto grazie all’album di debutto, del quale sembra però essere anche una versione più trasversale nel suo mostrare in maniera approfondita le tante vesti chitarristiche ed espressive di Icardi.
So Far Away gode del grande supporto di Lorenzo Poli al basso ed Elio Rivagli alla batteria, interpreti che non avrebbero potuto trovare miglior modo di supportare la realizzazione di questo nuovo lotto d’inediti. A rifinire al meglio una produzione che mette in mostra in maniera potente il sound per cui Icardi si distingue da anni, ci sono i contributi di nomi altisonanti come quelli di Kenny Aronoff (sul brano Los Angeles) e John Giblin (su Children), ai quali si aggiungono anche Fabrizio Grossi e Dado Neri (entrambi al basso elettrico), ed Alessandro Alessandroni Jr. per quanto riguarda alcune tracce di tastiera.
In definitiva non si può che dire che le aspettative riposte in questo nuovo album firmato Ivano Icardi sono più che mai soddisfatte, grazie ad una tracklist variegata, sorretta da una verve compositiva solida e capace, grazie ad elementi accomunanti, di tirare un fil rouge lungo tutto l’ascolto, anche in momenti stilistici estremamente diversi fra di loro.
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