SILVIO BARISONE Inside
di Umberto Poli
15 maggio 2021
recensione
SILVIO BARISONE
Inside
Preludio Music
Chitarrista brillante, insegnante, arrangiatore e musicoterapista, Silvio Barisone, originario di Alessandria, giunge con Inside al terzo traguardo discografico della sua carriera. Prodotto da Preludio Music di Milano, come i precedenti Leonardo (2011) e Travel (2015), il nuovo album di Barisone sfoggia in copertina un bellissimo dipinto di Davide Minetti fornendo all’istante le coordinate di un progetto che - tra uno schizzo sonoro e l’altro – guida l’ascoltatore in un universo caleidoscopico pieno zeppo di atmosfere, armonie eleganti, temi strumentali, assoli, generi e sottogeneri: dal rock al funk, dal latin alla new age; in pratica, tutto l’universo musicale del chitarrista piemontese, da sempre serio e metodico ricercatore, sensibile professionista della sei corde con una mente ampia ed aperta.
L’album apre con il ritmato e sferragliante Running Train. Probabilmente, il modo migliore per salire a bordo delle otto carrozze strumentali di Barisone, ciascuna delle quali (sul finire del 2020, nell’arco di circa tre mesi) registrata dall’autore tra le pareti del suo studio domestico; un lavoro che, a tutti gli effetti, risulta una compatta ed organica summa di lockdown-sessions, con suoni midi da un lato (tastiere, basso, batteria) e chitarre incise rigorosamente live dall’altro....
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L’album apre con il ritmato e sferragliante Running Train. Probabilmente, il modo migliore per salire a bordo delle otto carrozze strumentali di Barisone, ciascuna delle quali (sul finire del 2020, nell’arco di circa tre mesi) registrata dall’autore tra le pareti del suo studio domestico; un lavoro che, a tutti gli effetti, risulta una compatta ed organica summa di lockdown-sessions, con suoni midi da un lato (tastiere, basso, batteria) e chitarre incise rigorosamente live dall’altro....
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Il percorso si dipana fra tracce anche molto diverse tra loro, tutte però legate dal fil-rouge invisibile - seppur marcatamente presente - di una sperimentazione a 360°. Lo si nota nell’esotica Cafuné, nell’irresistibile (quasi “disco”) Blue Dance, sugli immaginari promotori jazzy tratteggiati da Lindeza, così come in quel mare di “note dolenti” su cui è costruita la conclusiva Vertigo.
Interessante l’utilizzo di delay e reverb, ben evidenti negli echi retrò di Seventy: una composizione che richiama la migliore tradizione psichedelica di matrice angloamericana passata e recente; vedi Vibration & Light Suite della Chris Robinson Brotherhood, giusto per fare esempi.
Quella suggerita da Silvio Barisone è una miscela intrigante, una musica per ampliare confini ed infrangere barriere preconcette, una tavolozza d’artista attraverso cui esplorare combinazioni tanto inusuali quanto mature. Inside è questo e, come ogni opera di pregio, molto altro ancora. Lo trovate in versione digitale sulle migliori piattaforme disponibili in rete. Basta un semplice click, dunque. Curiosate, gente, curiosate!
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