GIBSON Les Paul Double Trouble ‘50s e 60s
di Arturo Celsi
01 giugno 2025

test
Gibson
Les Paul Double Trouble ‘50s e 60s
chitarre elettriche
Il suono della chitarra elettrica – almeno per come lo conosciamo oggi – nasce tra gli anni ’50 e ’60. È in quei due decenni che si consolidano linguaggi, approcci timbrici e modelli che ancora oggi rappresentano lo standard per musicisti di ogni estrazione. Non sorprende quindi che, nel 2025, Gibson decida di tornare proprio lì, nel cuore pulsante della sua tradizione, con una serie limitata di strumenti che celebrano le sue icone: nascono così le Les Paul Double Trouble.
Con questa nuova iterazione della sua chitarra più famosa, Gibson affonda le mani nella propria storia ma lo fa con un ghigno ironico, richiamando volutamente – anche nel nome – l’ormai celebre controversia legale con DiMarzio sulla paternità estetica dei pickup double cream.
Disponibili in due versioni – ’50s e ’60s – le nuove Double Trouble si basano sulle specifiche delle attuali Les Paul Standard, ma introducono alcuni dettagli esclusivi. Il più evidente è la coppia di humbucker “Double Classic White” montati senza cover, ma le Double Trouble vestono anche finiture nitro leggermente sbiadite, un accenno a quel tipo di invecchiamento naturale che caratterizza le Les Paul più ambite dai collezionisti. Solo 2.000 unità saranno prodotte, suddivise equamente...
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Con questa nuova iterazione della sua chitarra più famosa, Gibson affonda le mani nella propria storia ma lo fa con un ghigno ironico, richiamando volutamente – anche nel nome – l’ormai celebre controversia legale con DiMarzio sulla paternità estetica dei pickup double cream.
Disponibili in due versioni – ’50s e ’60s – le nuove Double Trouble si basano sulle specifiche delle attuali Les Paul Standard, ma introducono alcuni dettagli esclusivi. Il più evidente è la coppia di humbucker “Double Classic White” montati senza cover, ma le Double Trouble vestono anche finiture nitro leggermente sbiadite, un accenno a quel tipo di invecchiamento naturale che caratterizza le Les Paul più ambite dai collezionisti. Solo 2.000 unità saranno prodotte, suddivise equamente...
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tra i due modelli e le rispettive finiture: Vintage Cherry Burst e Tobacco Burst.
Dietro la potente operazione di marketing, c’è però anche un notevole rigore progettuale. Le ’50s Double Trouble ripropongono specifiche care ai puristi: corpo in mogano, top in acero, manico con profilo “fat” e rassicurante, e pickup con magneti Alnico II, per un timbro dolce e rotondo. Le ’60s Double Trouble prendono invece un’altra direzione, più in linea con il rock deciso che si affermava proprio in quegli anni. Una chitarra pensata per chi cerca prestazioni un po’ più moderne, racchiuse in un’estetica che sa comunque rispettsare la tradizione.
Le Double Trouble non sono dunque soltanto un vezzo collezionistico, ma un prodotto che si inserisce con intelligenza in quel dialogo tra passato e presente che Gibson tiene sempre vivo. Due voci distinte per due epoche diverse, ri-attualizzate con cura filologica e un pizzico di ironia. E soprattutto, due strumenti che parlano ancora oggi la lingua della chitarra elettrica con autorevolezza e personalità.
COSTRUZIONE
Le Les Paul Double Trouble sono fedeli alla tradizione della serie Standard, ma rinunciando a qualsiasi forma di alleggerimento del body. Il corpo è quindi in mogano pieno, con un top in acero figurato AA. Anche il manico è in mogano, incollato con il classico tenone lungo, mentre la tastiera in palissandro indiano ospita 22 tasti medium jumbo con intarsi trapezoidali. La principale differenza strutturale tra le versioni ’50s e ’60s risiede nel profilo del manico: più massiccio e rotondo quello della ’50s, denominato “Rounded”, più sottile e agile quello della ’60s, il celebre “SlimTaper”. Entrambi sono accompagnati da un radius da 12” e scala corta da 24.75", in piena tradizione Gibson. Per quanto riguarda la finitura, Gibson ha optato per varianti "Vintage" delle classiche colorazioni Heritage Cherry Burst e Tobacco Burst, applicate con nitrocellulosa a pori aperti e soggette a una lieve simulazione di scolorimento solare. Il risultato sono colorazioni che richiamano l’invecchiamento naturale delle Les Paul d’epoca, con un’estetica sbiadita, ricca di fascino e senza eccessi di relic.
HARDWARE
Entrambi i modelli adottano un ponte ABR-1 Tune-O-Matic in nickel e tailpiece in alluminio. Per le meccaniche, la ’50s si affida a Vintage Deluxe con palettine keystone, mentre la ’60s monta Grover Rotomatics in stile “kidney”. Entrambe soluzioni che rispettano le specifiche dei decenni di riferimento.
ELETTRONICA E PICKUP
Il vero cuore delle Double Trouble è rappresentato dai pickup Burstbucker, montati in configurazione diversa tra i due modelli. La ’50s adotta una coppia Burstbucker 1 (manico) e Burstbucker 2 (ponte), entrambi con magneti Alnico II, dal suono più morbido e vintage-friendly. La ’60s opta invece per Burstbucker 61R e 61T con magneti Alnico V, più aggressivi, brillanti e compressi nella risposta dinamica.
Tutti i pickup sono, ovviamente, scoperti e montano le bobine “Double Classic White”, un evidente richiamo – con malizia – ai leggendari double cream dei primi anni ’60. Una scelta che assume valore anche per il contesto legale in cui si inserisce, rappresentando un gesto audace da parte di Gibson nei confronti di DiMarzio, detentore del marchio sulle bobine color crema.
In entrambe le versioni troviamo un wiring tradizionale a quattro potenziometri (due volume e due tono), con condensatori Orange Drop e selettore a tre vie. La differenza sta nella scelta dei potenziometri: nella ’50s sono lineari, mentre nella ’60s sono audio taper, scelta che influisce sulla curva di risposta del volume e sulla gestione del gain: più soft nel primo caso, più veloce nell’incremento nel secondo.
SOUND
Le Double Trouble suonano come ci si aspetta da una Les Paul tradizionale: midrange pronunciato, sustain generoso e attacco deciso. Le due Les Paul suonano esattamente come ci si può immaginare, ciononostante le differenze tra le varianti sono tutt’altro che marginali.Per quanto riguarda il modello’50s Double Trouble il suono è più rotondo, caldo e “legnoso”. I Burstbucker 1 e 2, con magneti Alnico II, restituiscono un suono che predilige le medie frequenze senza esagerare sull’output. Il pickup al manico eccelle nei clean e nei crunch più morbidi, mentre quello al ponte mantiene un ottimo equilibrio tra crunch e dinamica. Perfetta per blues, classic rock e tutto ciò che necessita un timbro vintage e musicale.
La voce della ’60s è più tagliente e diretta. I magneti Alnico V donano ai Burstbucker 61 una risposta più rapida e incisiva, con un output più elevato e una presenza maggiore sulle medio-alte. Il pickup al ponte si comporta ottimamente con qualsiasi tipo di overdrive e distorsioni, garantendo attacco e definizione anche in contesti più heavy. Il pickup al manico, pur essendo leggermente più ovattato, ripulisce bene il suono abbassando il volume, rivelandosi molto efficace per passaggi dinamici senza perdere troppo di quel top-end solitamente sacrificato da pickup humbucker della stessa tipologia. Rispetto alle Les Paul Classic o Standard, le Double Trouble risultano leggermente più complesse timbricamente, con una gamma media più ricca e una risposta dinamica più viva. La scelta dei pickup scoperti contribuisce a una maggiore apertura del suono, soprattutto in situazioni ad alto volume o in mix complessi.
CONCLUSIONI
Le Les Paul Double Trouble non sono un semplice esercizio di stile. Gibson ha confezionato una serie limitata di 2.000 strumenti, distribuiti in 500 unità per ciascuna combinazione di modello e colore. Il prezzo di lancio è di €2.790,00, un posizionamento che tiene conto sia della qualità costruttiva che del valore collezionistico dell’operazione. Queste chitarre sono pensate per chi cerca una Les Paul con specifiche classiche ma desidera qualcosa di distintivo, sia dal punto di vista estetico che timbrico. L’inserimento dei pickup “Double Classic White” le rende già oggetto di conversazione, ma è la cura nella costruzione e l’efficacia sonora a determinare il vero valore di questa doppia proposta.
In sintesi, le Gibson Les Paul Double Trouble – nelle declinazioni ’50s e ’60s – sono strumenti che strizzano l’occhio alla storia con competenza, ma lo fanno con un’ironia che le rende assolutamente contemporanee. Per chi desidera un tocco di esclusività senza sacrificare la sostanza, si tratta di una proposta solida, musicale e ben congegnata.
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