SCOTT METZGER Too Close To Reason
recensione
Metzger è un professionista assai apprezzato in patria (tra le sue numerose collaborazioni, figurano Phil Lesh, John Scofield, Nels Cline), un improvvisatore originale e membro attivo di Joe Russo’s Almost Dead, WOLF!, Showdown Kids. Too Close To Reason è il suo debutto in solitaria e, come spesso è successo nel corso dei due anni appena trascorsi, prende le mosse dalle fasi più dure, stringenti della pandemia, quelle dei lockdown generalizzati a livello globale. Fortunatamente - e non è soltanto l’esperienza di Metzger a testimoniarlo - da quei mesi terribili tanta nuova musica è sgorgata prendendo forme differenti, talvolta davvero imperdibili.
Too Close To Reason è un album per sola chitarra, ideato e inciso a Brooklyn dal nostro con gusto, idee e sensibilità straordinarie. Le dodici tracce che compongono il...
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lavoro guidano l’ascoltatore in un mondo delicato di suoni, idee, incastri armonici e melodie che si inseguono con grazie e naturalezza. A partire dall’ouverture affidata all’evocativa Appropriate Wattage , si passa dal folk di Don’t Be a Stranger al virtuoso sperimentalismo di Damage fino alle tinte spagnoleggianti di Cafe Hidalgo . In Too Close To Reason , però, tutto è misurato, calibrato sulla base dell’esperienza di un navigato artigiano delle sei corde. Non esistono note fuori posto nè tanto meno passaggi superflui: la tracklist scorre fluida, alimentando la voglia e la curiosità di proseguire nella progressiva scoperta delle tracce.
Gli episodi più interessanti o, se vogliamo, più ispirati nell’ambito di un disco che certo non manca di picchi di fulgida bellezza rispondono a titoli quali Waltz For Beverly, Asking For A Friend, Only Child, At Your Service. Too Close To Reason mette in luce il lato più meditativo del compositore americano, ma non questo meno affascinante. Anzi, ora che il quadro è completo non resta che seguire con attenzione le prossime mosse di Metzger: un artista unico, capace di miscelare con intelligenza le proprie influenze (Chet Atkins, Django Reinhardt, Jim Hall, Richard Thompson) e di trasformarle per mezzo di un tocco ormai sicuro, efficace, pienamente riconoscibile.
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