Alexi Laiho ci ha lasciato…

di Redazione
04 gennaio 2021
Alexi è morto nella sua casa di Helsinki, Finlandia.
Fondatore dei Children Of Bodom, chitarrista/caposcuola del power metal, inserito nei 100 Greatest Heavy Metal Guitarists di tutti i tempi, Alexi “Wildchild” Laiho se ne è andato all’età di 41 anni.
Una notizia inaspettata e devastante… RIP, Alexi.

La sorella maggiore di Alexi dichiara che i funerali si svolgeranno in forma privata. “We are all absolutely shocked and devastated. We ask for privacy and understanding during these hard times. My little brother's funeral will take place privately…”

“We are crushed by the sudden passing of our dear friend and band member. Words cannot describe this shock and the profound sadness that we feel…”
Daniel Freyberg, Mitja Toivonen e Waltteri Väyrynen
(Bodom After Midnight band)

Dopo l’uscita di “Hexed” (2019) – decimo album – Alexi Laiho annuncia che i Children Of Bodom chiuderanno i battenti ed organizzeranno lo show finale il 15 dicembre 2019 presso la Helsinki Ice Hall.
Poco prima dell'uscita di “Hexed”, abbiamo incontrato Alexi e fatto con lui una interessante chiacchierata, pubblicata su Guitar Club marzo 2019. Di seguito, un breve estratto.

Guitar Club magazine – marzo 2019

Con le sofisticate sfaccettature della loro musica, i Children Of Bodom hanno...

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portato critica e fan a definirli melodic death metal, thrash metal, symphonic black metal e neoclassical metal… Di fatto, con il loro affascinante mix di hook melodici e acrobazie strumentali, sono considerati una delle voci-guida della nuova generazione. Il loro nuovo album – "Hexed" – conferma tutto questo a viva voce…

Intervistare Alexi Laiho è un’esperienza surreale, specialmente se si pensa che questo esile e taciturno trentanovenne finlandese ha già alle spalle ben 44 pubblicazioni (tra singoli, Ep, split, compilation e live album), tra cui spiccano quelle a nome dei suoi Children Of Bodom con ben dieci album in studio in 26 anni di carriera, di cui l’ultimo – "Hexed" – in uscita l’8 marzo 2019 per Nuclear Blast. Una esperienza ancora più impressionante, se si pensa anche al fatto che Alexi “Wildchild” Laiho (al secolo Markku Uula Aleksi Laiho) è considerato uno dei più influenti e talentuosi guitar hero della scena metal contemporanea.

Fedeli al proprio riconoscibile power/death metal melodico condito da elementi sinfonici e neoclassici, i COB hanno mantenuto intatta negli anni la lineup, fatta eccezione per il chitarrista ritmico. Al fianco di Laiho, infatti, si sono avvicendati due talenti come Alexander Kuoppola e Roope Latvala e, mentre nel penultimo album (I Worship Chaos, 2015) Laiho aveva fatto tutto da solo, nel nuovissimo Hexed è il giovane Daniel Freyberg a condividere i compiti col biondo leader della band.

Con molta probabilità "Hexed" è il miglior album dei COB dai tempi di Are You Dead Yet (2005) considerato il raffinato balance di una scaletta in grado di proporre le diverse sfaccettature della musica della band. Ma lasciamo la parola a “Wildchild”, che ci parla dei suoi Children Of Bodom, della fonte della sua ispirazione e, seppur in maniera concisa, della sua strumentazione.

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COB lineup: Alexi Laiho (vocal/lead guitar) – Jaska Raatikainen (drum) – Henkka T. Blacksmith (bass) – Daniel Freyberg (rhythm guitar) – Janne Wirman (key/synth)
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Partiamo dal nuovo album, Alexi... sembri molto soddisfatto!
Lo sono eccome! Ammetto di essere sempre entusiasta di un nuovo lavoro, però nel caso di “Hexed” è un po’ diverso... È trascorso un po’ di tempo ormai dalle registrazioni, ed in realtà è da più di un anno che lo abbiamo mixato e masterizzato. Pensa che sono circa sei mesi che non lo ascolto...

Un album ricco di riff coinvolgenti... quello di Under Grass And Clover pare uno dei tuoi più riusciti, com’è nato?
Apre in Sol Maggiore ed è uno dei miei riff preferiti e devo dire che è piaciuto a molte persone. Non so dirti come mi sia venuto... Sai, non è che mi vengano in testa chissà quali idee geniali a comando; alle volte capita che un lick mi venga in testa mentre guardo la televisione o faccio delle cose in casa, ma perlopiù mi limito a suonare la chitarra in diversi momenti della giornata e qualche volta esce fuori un buon lick che mi resta in testa. A quel punto mi dico: “questo sì che è figo…”

Allo stesso modo costruisci i tuoi assoli?
Sì, più o meno allo stesso modo. Un assolo inizia mentre suono improvvisando fino a che mi focalizzo su una parte; la ripeto parecchie volte, poi la rifinisco e sistemo la struttura fino a quando tutto non mi pare perfetto. Raramente finisco un assolo di getto: come ti dicevo, di solito lo assemblo parte per parte.

L’album è molto in-your-face: una scaletta di brani che paiono scritti proprio per essere suonati live... utilizzi lo stesso equipment sul palco?
Innanzi tutto grazie, per me è un complimento!... E poi sì, la strumentazione è la stessa, non cambia praticamente nulla. Tutti noi, in realtà, utilizziamo in tour la stessa strumentazione che ci portiamo in studio per registrare: credo che i Children Of Bodom siano una delle pochissime band a farlo.

Riguardo alla chitarra, hai utilizzato la tua ESP Signature Greeny con un solo pickup al ponte ed il double tremolo: per intenderci, la stessa che abbiamo ascoltato su "I Worship Chaos"?
Sì, l’ho usata di nuovo ed è fantastica! Per alcune parti ho utilizzato anche una ESP Eclipse, una Les Paul design con un suono e una suonabilità diversi dalla Greeny. In tutti i casi, il mio setup di base è molto semplice: la mia ESP Greeny e la mia testata Marshall 410JVM H. Non sono il tipo che impazzisce provando mille pedali, amplificatori e chitarre prima di entrare in studio... decisamente, no!

Come riesci a portare la tua tecnica chitarristica verso nuove vette, ti alleni molto?
Mah… in realtà credo di dover tornare indietro nel tempo con la memoria, a quando ascoltavo i chitarristi più grandi di me, quando ero un teenager e c’erano brani che non capivo e che ora invece apprezzo e ascolto in un’altra maniera. Ricerco nuove influenze esplorando lo stile di chitarristi diversi, non mi fermo mai... Cerco di migliorare sempre e di ascoltare diversi tipi di musica cercando poi il modo di traghettarli nell’heavy/power metal. Del resto, se ascolti tanta musica ti fai tante idee, e la tua musica finisce per beneficiarne.

E’ cambiato il tuo songwriting negli ultimi anni?
A mio parere, è diventato più diretto e più song-oriented. Ora sono più concentrato sulla struttura di un brano rispetto a quanto facevo su dischi come Something Wild [il primo album dei Children Of Bodom del 1997] quando, semplicemente, pensavo a suonare più veloce che potessi.

Hai fondato i Children Of Bodom 26 anni fa: se tu ora dovessi tirare le somme di questa esperienza, che cosa diresti?
È stata un’incredibile e selvaggia corsa! Per me i Children Of Bodom rappresentano tutto, anche perché ad oggi ho trascorso più di metà della mia vita all’interno della band. Non c’è giorno in cui non apprezzi ciò che ho creato e non provi una profonda gratitudine per questa realtà fottutamente grandiosa!
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Quando nel 1997 viene dato alle stampe "Something Wild", il disco d’esordio dei Children Of Bodom, il mondo del power metal emette un boato. Nelle sette tracce del disco, la band finlandese riesce infatti a diffondere a profusione rabbia, aggressività, tecnica e melodia.
Su tutto e tutti c’è la chitarra di Alexi Laiho, tagliente e stravolgente, capace di lanciarsi in assoli ipertecnici a supporto di melodie entusiasmanti e penetranti.
Il nome di Alexi “Wildchild” Laiho si fa largo nel mondo e si guadagna l’ambito posto nella playlist di Guitar World dei 100 chitarristi più grandiosi di sempre.


Per le registrazioni di "Hexed" i COB sono tornati ai Danger Johnny Studios sotto la guida di Mikko Karmila che ha curato la produzione in tandem con la band – Tastiere: Janne Wirman (presso i Beyond Abilities Studios) – Mixing e mastering: Finnvox Studios (Helsinki) – Artwork: Denis Forkas

11 brani costituiscono l’ossatura di "Hexed" e tutti ribadiscono potenza, sound, stile e tecnica della celebre band finlandese, pur con qualche episodio più delicato ma che: “… tra le nostre mani resta comunque metal a tutti gli effetti...” – dichiara la band di Espoo.

“La mia ESP è grandiosa in quanto a sound e look: che cosa potrei chiederle di più? Nessun altra fottuta cosa!...” – aveva dichiarato Alexi Laiho


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