GRETA VAN FLEET, “The Battle At Garden’s Gate” esce il 16 aprile 2021

Josh Kiszka (vocal) - Jake Kiszka (guitar) - Sam Kiszka (bass) - Danny Wagner (drum)
Negli ultimi tre anni i Greta Van Fleet hanno suonato davanti a migliaia di persone in Nord America, Europa, UK, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Sud America; un viaggio per il mondo – la loro prima volta in tour – che ha concesso loro di immergersi in scenari mai visti prima, dalle favelas di San Paolo in Brasile, alla Gold Coast australiana, di incontrare fan e colleghi musicisti. A complemento di ciò, si sono trasferiti dal Michigan a Nashville (Tennessee), immergendosi in una città con una tradizione musicale decisamente forte. Tutto questo ha portato la giovane band ad arricchire il proprio background di esperienze e spiritualità, riversandolo in un rinnovato approccio verso la loro musica.
“Abbiamo realizzato che mentre noi crescevamo nel nostro habitat, c'erano cose di cui non eravamo assolutamente consapevoli…” –...
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ha commentato Danny Wagner – “Così, quando siamo stati catapultati dentro questo mondo enorme, all’inizio è stato una sorta di shock culturale. Tuttavia, nel momento in cui abbiamo preso a viaggiare di più, incontrare persone nuove e culture diverse, la nostra definizione di normale è cambiata!”
Fotografando l’evoluzione del percorso che i Greta Van Fleet hanno iniziato nel 2018 con l’album “Anthem Of The Peaceful Army”, il nuovo “The Battle At Garden’s Gate” (Island Records/Universal) sfodera arrangiamenti ampi e rilassati, dinamiche coinvolgenti e, soprattutto, i fondamenti del R&R interpretati per costruire impalcature sonore peculiari. Un album che esprime la libertà dei GVF di mescolare generi e mood, sensazioni e consapevolezze nuove.
Registrato a Los Angeles con Greg Kurstin (Foo Fighters, Paul McCartney), l’album viene anticipato dal secondo singolo (“Age of Machine”) e da “My Way, Soon” già Rock Top 5.
“Tutto è cambiato, eccetto quel che ci ha portato fino a qui sin dal primo momento…” – ha aggiunto Sam Kiszka – “Questo album è stato influenzato dalle esperienze che abbiamo vissuto in giro per il globo e dalla nostra meditazione sulle stesse: insomma, riflette parecchio il mondo che abbiamo visto, ma anche certe verità personali. Inoltre, quello che Josh fa davvero bene con le parole, è saper raccontare antiche storie con un mood contemporaneo…”
Anche Jake concorda: “Questo album ci ha insegnato molto, sulla vita in generale, su noi stessi, su tutti noi esseri umani, sul mondo in cui viviamo…"
Lavorare accanto a Kurstin Kurstin ha consegnato a Josh Kiszka la confidenza di cui aveva bisogno per portare le composizioni in una dimensione più intensa. “Kurstin è entrato davvero dentro quel che suonavo al pianoforte, così come mi ha spronato a portare la voce dentro tonalità diverse; a quel punto certe mie esitazioni sono svanite. E’ stato una presenza davvero importante…”
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