Guitar Club Luglio / Agosto 2021

Guitar Club n.7

In questo numero:

Signore e signori: il Maestro Robben Ford è tornato! Abbiamo ascoltato il suo nuovo album "Pure" (in uscita ad agosto per @earmusic) e lo abbiamo raggiunto telefonicamente per una lunga e illuminante chiacchierata. Da selezionatissime chitarre da urlo, ai segreti tramite i quali raggiunge la massima espressione del suo famoso sound, con Ford abbiamo parlato di argomenti che volete assolutamente perdere. Yngwie Malmsteen ed il suo nuovo album, il debutto su Blue Note di Julian Lage, ma anche il primo lavoro in studio di Wolfgang Van Halen, la nuova fatica a nome Blackberry Smoke ed il ritorno di Dino Cazares: il doppio numero di luglio/agosto trasuda di materiale ad alto tasso chitarristico. Per la sezione tecnica della rivista non mancano certo i test ed i video-test (in arrivo sul canale YT della rivista)! Per quest'uscita estiva vi proponiamo i migliori suoni della nuova G6 di casa Zoom, ed il carattere peperino della Charvel San Dimas HSS Sassafrass. Come sempre all'interno della rivista trovate anche la solita strabordante sezione didattica, condita per l'occasione anche da uno speciale dedicato al compianto Malcolm Young.

ROBBEN FORD Pure
Il Maestro è tornato, ed è più in forma che mai. Robben Ford celebra il suo incredibile viaggio chitarristico con il nuovo "Pure", primo album completamente strumentale dagli anni ‘90, lavoro nel quale la chitarra si eleva a massima espressione della comunicazione musicale.

Classe 1951, maestro improvvisatore tra i più venerati, interprete di uno dei suoni di chitarra elettrica più idolatrati della storia, più semplicemente: Robben Ford.

Il 27 agosto il Maestro Ford torna a farsi sentire con Pure, che non è soltanto un nuovo album a suo nome, ma è anche il suo primo album strumentale dal 1997 ad oggi.

Le nove tracce di Pure - come ci ha raccontato Ford nella chiacchierata che segue - sono il risultato di un tuffo esplorativo nella chitarra e nelle sue possibilità sonore, una sorta di ritorno al cuore dello strumento che ha accompagnato Ford per tutta la sua carriera.

Robben è passato un po’ di tempo dalla nostra ultima chiacchierata, come stai? Come vanno le cose ora che sembra di vedere una luce in fondo al tunnel del COVID?
Avete ragione, è passato qualche anno dall’ultima volta. Sono felice di essere qui con voi oggi. Io sto molto bene, grazie. Sono finalmente vaccinato e qui nell’area di Nashville ormai tutto è tornato a quella che potremmo definire la “normalità”. Non è niente male la sensazione di poter uscire di casa e andare ovunque si voglia, senza dover indossare una maschera. Devo dire che mi sto godendo ogni minuto di questa “novità”.

Oggi siamo qui perché ad agosto uscirà "Pure", il tuo nuovo album in studio, che è anche il tuo primo album completamente strumentale dal 1997, anno in cui uscì "Tiger Walk". Cosa ti ha fatto propendere per un nuovo lavoro strumentale? Qual è stato il motivo che ha fatto scattare la molla?
Anzitutto direi che un aspetto fondamentale di questa decisione è stato il fatto che negli ultimi anni ho lavorato a molta musica strumentale insieme ad altri artisti. Ho fatto due album con Bill Evans ed inoltre proprio prima che scoppiasse il trambusto del COVID avevo iniziato a lavorare su del materiale strumentale per delle produzioni che avevo preso in carico qui a Nashville. Quando la pandemia ha fermato tutto mi sono reso conto che la mia mente era già partita a lavorare in quella direzione, ed inoltre aveva iniziato a tornare in maniera molto più specifica sulla chitarra e sulle possibilità sonore dello strumento.
 
Una sorta di ritorno alla base, potremmo dire…
Esattamente. Durante la pandemia ho scoperto nuovi aspetti del suonare quello che è da sempre il “mio” strumento. Una sorta di nuova vita con una compagna che conosco da sempre, non so se riesco a rendere l’idea…
 
Ci riesci molto bene, in realtà. Sembra anche essere una condizione molto stimolante nella quale lavorare.
Infatti è stato così. Proprio grazie a questo rinnovato spirito ho proseguito su quella scia di scrittura per materiale strumentale che aveva preso il via con Bill e con gli altri artisti con i quali stavo collaborando prima della pandemia. Devo dire, inoltre, che non potendomi esibire dal vivo, la mia creatività si è allontanata in maniera naturale dalla scrittura di brani con testo e voce. L’album ha cominciato quindi a prendere forma nella mia testa - spesso va in questo modo - come una sorta di entità sonora da scoprire. Solitamente nel tempo in cui lavoro all’album questa entità cambia molto, ma è proprio quel processo di scoperta interna all’album stesso a stimolarmi ogni volta di più.
 
Pensi di aver scoperto, o ri-scoperto, aspetti del tuo playing e del tuo essere chitarrista grazie a questo rinnovato interesse per la chitarra elettrica strumentale?
Sicuramente sì, anche se non sono sicuro di essere in grado di esporre il tutto in maniera coerente. Ci proverò comunque (ride). Anzitutto posso dire che ascoltando molta musica indiana nel mio tempo libero, ho voluto provare ad incanalare quel tipo di approccio alla composizione. Pure, il brano che dà il titolo all’album, è infatti un raga trasposto in una chiave che molto più simile a ciò che ho sempre fatto con la mia musica strumentale.

Pure è sicuramente uno dei brani più intraprendenti dell’album, sei d’accordo?
Senza dubbio. Si tratta di una forma raga rivisitata in chiave occidentale, potremmo dire. Proprio parlando di Pure vi posso dire che è stato molto bello trasportare le nozioni principali della musica indiana nella mia musica. Mi ha riportato con la mente a quello che facevo quando imparavo a suonare il blues. Da autodidatta quale sono, ho imparato il blues a partire dalla pentatonica. Dopo aver imparato le note della pentatonica, le ho ripetute lungo tutto il manico dello strumento, e solo successivamente ho iniziato ad affacciarmi all’armonia che sottende quel genere. Un giorno - più avanti nel tempo - ho scoperto che Mike Bloomfield usava la sesta maggiore così come facevano BB King e Albert Collins, ed a quel punto ho iniziato a farlo anche io, inserendo quel tipo di “colore” nella mia palette sonora. Allo stesso modo, quando il mio interesse per il jazz continuava a crescere ho sentito il bisogno di incorporare elementi della scala alterata nel mio playing, e per farlo ho semplicemente comprato un libro che mi insegnasse a capire su quali accordi lavorassero quel tipo di scale.
Vi racconto tutto questo per quale motivo? Perché anche con la musica indiana ho fatto partire tutto dall’imparare delle scale.

In pratica utilizzi ogni “step” della scala, ogni nota (se vogliamo), come delle porte sull’armonia e sulle concatenazioni e successioni di accordi?
Perfetto, io stesso non avrei saputo dirlo meglio. L’idea è proprio quella di vedere le note della scala come delle porte di collegamento sugli accordi che stanno “sotto la scala”. Si potrebbe pensare che partire dagli accordi e dall’armonia renda tutto più semplice, in quanto le scale sono poi legate agli accordi di fondo, ma per me è sempre stato più facile visualizzare il tutto attraverso le scale....


la didattica in questo numero

Pentatonic Evolution 18 di Jerry Arcidiacono
CROMATISMI sulla pentatonica seconda parte

Esercizi 1 e 2 backing.mp3   scarica il file audio 

Esercizio 1.mp3   scarica il file audio 

Esercizio 2.mp3   scarica il file audio 

Esercizi 3 e 4 backing.mp3   scarica il file audio 

Esercizio 4.mp3   scarica il file audio 

Heavy Duty 12 di Walter Cianciusi
MALCOLM YOUNG AC/DC

1 Live Wire.mp3   scarica il file audio 

2 TNT.mp3   scarica il file audio 

3 Jailbreak.mp3   scarica il file audio 

4 Bad Boy Boogie.mp3   scarica il file audio 

5 Down Payment Blues.mp3   scarica il file audio 

6 If You Want Blood.mp3   scarica il file audio 

7 Shoot To Thrill.mp3   scarica il file audio 

8 Who Made Who.mp3   scarica il file audio 

9 Thunderstruck.mp3   scarica il file audio 

10 Boogie Man.mp3   scarica il file audio 

11 Safe In New York City.mp3   scarica il file audio 

12 Money Made.mp3   scarica il file audio 

Guitar Workshop 1/2021 di Gianluca Martino
TECNICA & CREATIVITÀ pattern diatonico

esercizio 1.mp3   scarica il file audio 

esercizio 2.mp3   scarica il file audio 

esercizio 3.mp3   scarica il file audio 

esercizio 4.mp3   scarica il file audio 

esercizio 5.mp3   scarica il file audio 

esercizio 6.mp3   scarica il file audio 

esercizio 7.mp3   scarica il file audio 

esercizio 8.mp3   scarica il file audio 

From blues to jazz 7 di Giampiero Villa
ESERCIZI TECNICI CON INTERVALLI per la visualizzazione orizzontale

Fraseggio moderno 7 di Vanny Tonon
SFRUTTIAMO GLI INTERVALLI armonizzando la scala maggiore

Fingerpicking di Massimiliano Castellani
LORENZO POLIDORI Carousel

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