Allan Holdsworth, R.I.P.

di Dario Guardino
19 aprile 2017
Il 16 aprile 2017 è venuto a mancare Allan Holdsworth, genio indiscusso e virtuoso della chitarra elettrica. Non aveva ancora compiuto 71 anni Allan, ed era considerato dalla critica un pioniere: lui che, negli anni Ottanta aveva sviluppato uno strumento denominato Synthaxe, una sorta di controller Midi che gli permetteva di suonare controllando contemporaneamente ben sei sintetizzatori.

Holdsworth amava ripetere quanto ancora fosse inesplorato il mondo della sei corde: “ci sono ancora tante potenzialità nascoste nelle sonorità della chitarra e io voglio scoprirle tutte...”

I suoi riferimenti chitarristici - su tutti Joe Pass, Django Reinhardt e Charlie Christian - sono ben presenti nello stile del musicista britannico ma americano d’adozione (viveva in California sin dai primi anni Ottanta). Ma non solo. Il fraseggio velocissimo, innovativo, intricato e ricco di legati, avvicinano Holdsworth al linguaggio prettamente sassofonistico, così privo di attacco. E del resto, lui non ha mai nascosto la passione per la musica di Coltrane...

Non tutti hanno colto la cifra artistica di Holdsworth, in possesso di uno stile talmente evoluto ed immerso tra le pieghe della sua musica definita il punto di incontro tra jazz e rock... Alcuni lo hanno considerato “freddo” ma, in realtà, Holdsworth è stato un...

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appassionato caposcuola. Lo stesso Frank Zappa lo ha sempre ammirato, mentre la rivista americana Guitar Player lo ha nominato tra i mostri sacri della chitarra, accanto ai leggendari Chuck Berry, Jimi Hendrix, Django Reinhardt ed Eddie Van Halen.

Oltre che ai suoi album da solista, Holdsworth ha messo il suo guitar playing in numerosi album di artisti di alto rango: Billy Cobham, Tony Williams, Terry Bozzio, Pat Mastelotto, Tony Levin, Brecker Bros ma anche Level 42, giusto per fare qualche nome... "Vado dove mi portano le buone vibrazioni..." - soleva dire Holdsworth - "non mi faccio scrupoli a passare da un genere all'altro quando sento il feeling che mi scorre nelle vene!"

Il brano "Tales From The Vault", pubblicato lo scorso luglio 2016, rappresenta ora il testamento artistico musicale di Allan Holsworth, in attesa di probabili uscite postume.
Difficile stilare una “discografia scelta” talmente tanti sono gli album che hanno suggellato la storia di certa musica, come ad esempio "I.O.U." (1982), "Metal Fatigue" (1985), nonché "None Too Soon" (1996) nel quale Holdsworth, accanto a Irving Berlin, si era cimentato nella rilettura di alcuni standard jazz di Coltrane e Reinhardt in maniera mirabile.

La notizia della scomparsa di Allan Holdsworth è stata data dalla figlia Louise tramite Facebook: "È con dolore che vi informiamo della morte del nostro amato padre. Vorremmo avere tempo e privacy per piangere la perdita del nostro padre, nonno, amico e genio della musica. Siamo ancora sotto choc per questa morte improvvisa e non riusciamo a spiegare a parole l’estrema tristezza che proviamo. Ci manca terribilmente..."

Rest in peace, Allan...

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