RUSS HEWITT Cielo Nocturno

di Patrizia Marinelli
12 febbraio 2017

recensione

RUSS HEWITT
Cielo Nocturno
Saulito Music
Che Russ Hewitt fosse uno di quei giovani chitarristi da tenere sott’occhio, si era capito bene già a suo tempo… Ulteriore conferma ne è la tripla nomination ai 59th Grammy Awards, che il virtuoso statunitense ha ottenuto con Cielo Nocturno, l’album-manifesto del cosiddetto nuevo flamenco uscito lo scorso ottobre 2016. [L’album è stato infatti nominato come Best Contemporary Instrumental Album, Best Instrumental Composition (Persian Sky) e Best Engineered Album Non Classical, dopo aver ricevuto nel mondo commenti a dir poco entusiastici…]

Il tocco magico di Hewitt sulla chitarra, unito all’affascinante infuso di melodie e ritmi latini, funky e jazz racchiusi fra le tracce di Cielo Nocturno (Night Sky), pare proprio aver colpito l’attenzione dei più; come del resto avevano già fatto i precedenti lavori del musicista: per la precisione, il disco di debutto (Bajo El Sol), seguito da Alma Vieja, uscito 5 anni fa.

Per la realizzazione di Cielo Nocturno, Russ Hewitt si è circondato di una squadra di guest di gran calibro: Larry Carlton, Ardeshir Farah, Alfredo Caceres, Bob Farr, più il batterista Walfredo Reyes. Tutti assieme, tutti guidati dalla chitarra di Hewitt, questo gruppo di artisti...

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ha originato un mood omogeneo, fluido e molto pulito: complice, una produzione e degli arrangiamenti di altissimo livello.

Apre la scaletta Presidio ed è già tutto un programma, con la sua festa di ritmi e note! Poi è la volta del più sofisticato Samba Sao Paulo, che a sua volta cede il passo al vibrante funky accennato in Serenidad e poi all’intenso San Elizario, un tributo alla città di origine dello stesso Hewitt.
In North of Home c’è tutta la classe del guitar playing di un Larry Carlton che non necessita di presentazioni, poi si passa alle suggestioni tropicali di Arena Blancas White Sands, e poi alla party music di Cervezas and Cigars, alla bossa nova di Um Abraco Do Bossa all’insegna della creatività, e infine al sapore esotico di Persian Sky con Ardeshir Farah in primo piano.

Un cocktail di easy groove condito da uno spiccato vibe latino rendono Cielo Nocturno un album gradevolissimo oltre che una bella vetrina del talento interpretativo di Russ Hewitt, un chitarrista destinato a crescere ancora...

Cielo Nocturno Tracklist: 1. Presidio – 2. Samba Sao Paulo – 3. Serenidad – 4. San Elizario – 5. North of Home – 6. Arenas Blancas – 7. Cervezas & Cigars – 8. Um Abraco do Bossa – 9. Brisa De Monte – 10. Persian Sky – 11. Hike to La Cruz

Russ, il tuo album Cielo Nocturno è stato nominato in tre categorie ai 59th Grammy Awards. Quali sono state le tue reazioni quando lo hai saputo?
Non avrei potuto essere più grato! Ho passato un anno e mezzo a registrare e mixare questo album con il mio produttore Bob Parr e, come succede sempre quando lavoro su un disco, ci sono stati momenti di dubbi e incertezze in cui mi sono chiesto se stessi facendo qualcosa di buono e che alla gente potesse piacere. Il riconoscimento dei Grammy è stato come se qualcuno avesse posato la sua mano sulla mia spalla dicendomi: “ragazzo, hai fatto un buon lavoro!”

C’è stato un brano della scaletta più ostico?
Persian Sky. In teoria doveva essere inserito nella scaletta di Alma Vieja (2011) ma poi non mi era parso adeguato al mood di quel disco e così decisi di metterlo da parte per un po'. Questo brano poggia sulla cosiddetta Algerian Scale che crea delle armonie molto cool e che io ho utilizzato per l’intro, il bridge e le varie sezioni. Un po' di anni fa ho suonato come backing band di svariati artisti persiani: avevo dovuto imparare sia la musica della loro tradizione che alcune loro canzoni moderne e quella esperienza mi è entrata talmente nel profondo, da farmi considerare l’idea di tirar fuori Persian Sky dal cassetto. Così ho riscritto la stesura dei chorus… per ben 4 volte… fino a che alla quinta sono riuscito ad avere quel che cercavo. Sentivo però che qualcosa mancava ancora e così ho chiamato Ardeshir Farah [chitarrista iraniano di Strunz & Farah] del quale sono un grande fan. La sua interpretazione della mia melodia ha consegnato al brano un feeling che io da solo non sarei mai riuscito a creare... Senza contare i suoi assoli che, devo dire la verità, mi hanno costretto a faticare e dare del mio meglio!

Cosa ti ha ispirato nella composizione dei brani di Cielo Nocturno?
La gente, i luoghi e gli eventi… I miei sono brani strumentali, dunque senza il cantato: il mio intento è di creare un arazzo che funge da sfondo, su cui l’ascoltatore possa proiettare i suoi pensieri ed immagini. Io dico che ho fatto bene il mio lavoro se un mio brano riesce a portare l’ascoltatore in un posto in cui è stato o, semplicemente, gli fa venire voglia di mettersi a correre più veloce!

In generale, la tua musica non è facile da definire ma Cielo Nocturno è un chiaro inno al latin/jazz e alle influenze mediterranee. Quando hai scoperto la tua passione per tutto questo?
Nel periodo in cui stavo per diplomarmi in chitarra classica, il mio repertorio era quasi interamente costituito da brani di musica spagnola e sudamericana poiché adoravo quel tipo di interplay tra melodia ed armonia. Poi crescendo, sono passato a suonare rock e heavy metal, pur continuando a gravitare nell’orbita del latin/jazz che mi affascina.

Il tuo punto forte di chitarrista?
A mio avviso, la mia dote principale è essere capace di comporre un brano complesso, o anche una sezione, o un assolo… che però suoni semplice!

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