SILVIO BARISONE "Multicolor"

di Umberto Poli
01 marzo 2024

recensione

SILVIO BARISONE
Multicolor
Preludio Music
Parlando del precedente lavoro di Silvio Barisone, Inside , uscito nel 2021, avevamo fatto accenno al caleidoscopico universo sonoro che contraddistingue da sempre l’autore: un territorio in cui rock, funk, jazz, latin e new age convivono in un amalgama scevro da barriere, giudizi o etichette, all’insegna di una musica libera e pulsante. Ora, a tre anni di distanza, che cosa potremmo aggiungere a quanto già ampiamente detto se non salutare con entusiasmo il nuovo album di Barisone con un titolo evocativo come Multicolor che suona, da un lato, come un programma (di varietà e superamento dei suoi orizzonti musicali e culturali) e dall’altro, come una conferma (ad esempio, nel miscelare realtà e fantasia)? L’intenzione alla base dell’album è evidente: spaziare tra i colori della Musica, ricercare nuove sfumature, sporcarsi le mani come un pittore in preda ad un raptus creativo, avvolgere l’ascoltatore in un bagno di luci e ombre che divengono cascate di ritmi dalle trame irresistibilmente affascinanti.

Multicolor è un disco in cui la chitarra, ovviamente, è regina indiscussa ma alla cui corte sono presenti basso, tastiere, percussioni, batterie orchestrate a regola d’arte da Barisone che - da autentico deus ex...

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machina - ha pizzicato, arrangiato, concepito ogni ingranaggio di questa sua quarta elegante fatica discografica. Passando in rassegna i brani, ad aprire le danze troviamo le tinte morbide di Luacheia [“luna piena” in portoghese], a cui seguono l’intrigante fusione tra bossa nova e acid jazz di Diversao e Five and Four , che paga pegno all’eredità artistica del compianto gigante della sei corde Ronny Jordan con una traccia interamente costruita sulla scala esatonale. E ancora: l’omaggio a Wes Montgomery che trasuda dalle atmosfere fumose di Around Noon ; quindi, un brano in 7/4 alieno tanto nei suoni quanto nel il titolo (Alien Visit ) che, soprattutto nei primi istanti, richiama alla mente il tema portante de La Cosa - The Thing , 1982 - e in generale il tocco del John Carpenter compositore di colonne sonore.

Ma non è tutto, ed infatti nel disco troviamo echi, rimbalzi e campionamenti degni di un bel tuffo in certe incisioni di matrice anni Ottanta (Peter Gabriel in testa) e, per concludere, il viaggio nella maniera più raccolta e intima, attraverso il dialogo delle due chitarre di Hi Dad , traccia con cui Silvio Barisone saluta il suo pubblico e al tempo stesso onora il ricordo del padre scomparso quando egli era appena ragazzo.
Per creare la patina ammaliante e a tratti ipnotica di Multicolo r, Barisone si è affidato ad un ampli Yamaha THR 100 e a due Gibson (ES-175 e Midtown), oltre che a una Eko 335 (in Hi Dad ).

La copertina, uno sfondo bianco con schizzi colorati e chitarra stilizzata, sembra quasi un invito a lasciarsi andare e a immaginare il resto... chissà, magari nuove combinazioni di colore ed emozione.

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