Tributo a Chris Squire

di Patrizia Marinelli
27 giugno 2017
Se n’è andato nella notte tra il 27 e il 28 giugno 2015 a Phoenix (Arizona), esattamente due anni fa. Chris Squire, uno dei più grandi bassisti del rock, nonché riferimento per intere generazioni venute dopo, ha contributo in maniera determinante a rendere leggendari gli Yes, la band che aveva fondato nella primavera del 1968 assieme al cantante Jon Anderson.

Esattamente due anni fa, se lo è portato via l’eritremia, denominata anche Morbo di Guglielmo (dal nome del ricercatore che per primo la scoprì e classificò): una forma acuta di leucemia che non perdona. Chris ha combattuto fino all'ultimo, affrontando la sua malattia con coraggio e speranza. Fino a qualche giorno prima della sua morte, agli amici che gli telefonavano, ripeteva tranquillo di non preoccuparsi per lui; che ce l'avrebbe fatta e sarebbe tornato presto sul palcoscenico. Purtroppo così non è stato e questi ultimi due anni non sono riusciti a colmare il vuoto nel cuore di chi lo conosceva e lo stimava e di tutti i suon fan che lo adoravano.

Originale, istrionico e preciso in maniera maniacale, Chris era capace di passare ore ed ore a provare e riprovare un passaggio che non lo convinceva fino...

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a quando non era soddisfatto… Ogni giorno seguiva la sua routine di esercizi in maniera religiosa: sin da quando aveva cominciato a calcare il palcoscenico all'età di 17 anni con le sue prime band, i Syn e i Mabel Gree’s Toyshop, l’anticamera degli Yes.

Di lui Squire, nel corso di quasi 50 anni, è stato scritto e detto di tutto: è stato osannato, adorato, lusingato, criticato e invidiato e la stampa non gli ha sempre reso giustizia. E’ stato uno showman di classe Chris Squire, un autentico animale da palcoscenico, una vera rockstar, di quelle che accendono la fantasia e fanno sognare.

Dietro i suoi scintillanti ed eccentrici abiti da stage e i suoi iconici bassi triple-neck, c'era un uomo semplice, solare e dal grande cuore. Un professionista onesto, serio e motivato; uno che ha lavorato duro per tutta la vita e che, pur cambiando pelle cento volte dagli anni Settanta in poi, dentro era rimasto lo stesso. Esuberante e vistoso sul palcoscenico, quanto schivo, discreto e silenzioso nella vita di tutti i giorni.

Una volta qualcuno lo aveva accusato di non avere le doti del frontman, ma lui non era un condottiero, come è sempre stato invece il suo collega Jon Anderson: Chris se ne restava nelle retrovie e studiava con cura la direzione da dare alla band di volta in volta. Convinto pacifista e liberale nonostante il suo impegno costante, la sua lealtà era assoluta verso la band: l'unico a non aver mai tradito, nemmeno nei momenti più complicati in cui gli Yes affrontavano il delicato cambio di stile, passando dal rock progressive che tanta fortuna aveva recato, a quello più duro, scarno ed elettronico di “Drama” e poi di “90125”.
Chris non si è mai definito un leader anzi, non si stancava di ripetere con la modestia e l'umiltà proprie dei grandi, che era soltanto la rotella di un ingranaggio che funzionava alla perfezione perché ciascuno faceva la sua parte!

CHRIS SQUIRE NELLA ROCK'N'ROLL HALL OF FAME
Ci hanno messo tanto, troppo, ad assegnare agli Yes il prestigioso riconoscimento… E’ accaduto lo scorso aprile 2017, e Chris non ha avuto il tempo per ritirare questo premio che negli anni precedenti gli era sempre sfuggito di mano. Tuttavia, quando gli chiedevano se ci era rimasto male per avere avuto la nomination ma non la vittoria, la prendeva con filosofia e con la disinvoltura e l'equilibrio che contraddistinguevano il suo modo di essere. Diceva che non era la fine del mondo, che presto o tardi sarebbe arrivato anche il momento degli Yes…

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE
Aveva un grande rispetto per l’audience ed infatti diceva sempre che sul palco era fondamentale dare il 100% affinché far felici tutti gli spettatori e per dimostrare loro che avevano speso bene i loro soldi.
Proprio per il suo pubblico è stato il suo ultimo pensiero. Ricoverato in ospedale, non si mostrava in ansia per la sua salute, ma si doleva della sua assenza agli spettacoli previsti di lì a poco: i primi spettacoli senza di lui dopo anni ed anni di fedele militanza nella band.

Il suo desiderio, quando si era reso conto che non ce l’avrebbe fatta, era che la band potesse andare avanti nonostante tutto. Per questo motivo aveva chiamato il suo amico e collega Billy Sherwood chiedendogli di prendere il suo posto. Come ultimo grande atto d’amore verso la musica, aveva anche pensato di regalargli tutta la sua preziosa strumentazione, ma Sherwood non ha avuto la forza di accettare…

Ai suoi fans aveva mandato a dire che non voleva fiori, ma che avrebbe preferito che devolvessero una piccola cifra a favore della ricerca contro la leucemia. Ecco di seguito tutti i dati.
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Leukemia Research at Mayo Clinic Arizona – In memory of Christopher Squire
Donazioni telefoniche: +1(480)301-8326
Donazioni online: phylanthropy.mayoclinic.org/christophersquire
Donazioni via email: Mayo Clinic, Department of Development – 13400 East Shea Boulevard – Scottsdale – Arizona 85259, USA
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I TRIBUTI
In questi ultimi due anni sono stati tanti gli artisti nel mondo che hanno reso omaggio a Chris Squire e al suo talento e umanità. Tra essi, Tom Morello, Dave Mustaine, Geezer Butler, Robert Trujillo, Joe Satriani, Joe Bonamassa, Gary Kemp, Fish, Stehe Hogarth, Pete Trewavas, Brian May, John Petrucci, Gene Simmons ....

In Italia i dYESis, la nota tribute band degli Yes, si è esibita in un acclamato concerto di tributo a Chris nel febbraio 2016 e tra non molto uscirà sul mercato un cd in cui i più importanti calibri del rock, organizzati da Billy Sherwood, ricorderanno Chris Squire e la sua musica.

Da un anno a questa parte, i Prog Rock Awards di Londra danno vita a settembre al premio Chris Squire (Giants of Rock).
Nell’aprile 2016 la International Astronomic Union gli ha titolato l’asteroide 2002 XR80 (scoperto l’11 dicembre del 2002), consacrando Chris Squire anche nell’astronomia: una stella luminosa tra le stelle del firmamento del rock...

LA BIOGRAFIA
Christopher Russell Edward Squire era nato a Londra (nel sobborgo di Kingsbury) il 4 marzo del 1948, da Peter un tassista e Joan, segretaria presso un’agenzia immobiliare. Fu battezzato nella Chapel Of Savoy A Strand, una cappella molto intima e suggestiva che suo nonno, che faceva il fioraio, riforniva abitualmente di piante e fiori.

Fin da ragazzino Chris manifestò un grande interesse per la musica e, mentre i suoi amici del quartiere andavano a giocare a pallone, lui preferiva trascorrere il tempo con il coro della St Andrew’s, la chiesa in cui aveva appreso i primi rudimenti della musica ed imparato a cantare.
Una volta confessò che un momento indimenticabile della sua vita era stato a 8 anni, quando le persone presenti alla Messa di Natale gli tributarono una standing ovation per un suo assolo nel coro!

Chris si era avvicinato al basso casualmente, quando un suo amico gli fece notare che con la sua altezza (un 1 metro e 96) e le sue mani così grandi e forti, sarebbe stato perfetto per quello strumento. Il suo primo basso fu un italianissimo Futurama, ma nel 1965, dopo aver raccolto qualche soldo lavorando come commesso in un negozio di strumenti musicali e con l’aiuto di sua madre, riuscì a comperare il basso dei suoi sogni: lo stesso che usava il suo mito, John Entwistle degli Who, il famoso Rickenbaker 4001 che non abbandonò più per tutta la vita.

Cominciò prestissimo ad esibirsi dal vivo con la sua prima band, The Selfs, e a 17 anni – come ci ha raccontato Robert Hagger (il batterista dei Mabel Greer's Toyshop), nonostante la giovanissima età, era già un rodato professionista.

Negli Yes si impegnò anima e corpo: dal primo all'ultimo giorno. Chris, amava portare la sua musica in giro per il mondo e sosteneva che non ci fosse nulla di più eccitante che suonare davanti al pubblico che ti applaude.

Rispettoso della legge una volta rischiò di venire arrestato a Huston (Texas), quando ordinò un bicchiere di brandy nel bar del grande albergo in cui alloggiava, intenzionato a portarselo in camera. Allontanatosi dal bancone, due uomini della sicurezza gli intimarono di fermarsi. Seppe allora con stupore che, secondo le leggi federali, i bicchieri non potevano allontanarsi dal bar perché sarebbe stato considerato un furto…

Nel 1967 ebbe una brutta esperienza con l’Lsd e restò un paio di giorni in coma in ospedale senza ricordare neppure chi fosse…

Famoso per i suoi clamorosi ritardi, scherzandoci su diceva che arrivava dopo l’orario prestabilito per non rischiare di essere lui a dover aspettare gli altri!

Soprannominato Fish [Pesce] per via del suo segno zodiacale ma anche per sua passione per l’acqua, per farsi una doccia poteva impiegare anche ore!
Geoff Downes, tastierista della band, una volta raccontò che nel corso del tour di “Drama”, Chris non arrivò alle prove e non lo trovarono da nessuna parte nei dintorni: allarmati, chiamarono i pompieri affinché aprissero la sua stanza in hotel. Chris si era addormentato placidamente nella vasca da bagno...

Grande amante del vino, soprattutto quello bianco, negli anni Settanta sognava di mettere in piedi un’azienda vinicola nella grande tenuta in cui abitava (a Virginia Water nel Surrey inglese), ma per questioni di tempo e problemi amministrativi e finanziari abbandonò quel pensiero.

CHRIS SQUIRE DA SOLO
Il suo unico album da solista “Fish Out of Water” uscì nel 1975.
Qualche anno fa Chris pensò di dare finalmente un seguito a quel capitolo, ma abbandonò l’idea con la morte improvvisa del suo grande amico e collega Andrew Jackman che di “Fish Out of Water”, peraltro, aveva curato arrangiamenti e orchestrazione.

Nel 1981 fece parte degli XYZ, il trio con Alan White (batteria) e Jimmy Page (chitarra). Entrarono in studio, registrarono un paio di pezzi ma, nonostante le interessanti premesse, questo progetto non spiccò mai il volo.

Tra il 2000 e il 2003, nei periodi di pausa degli Yes, Chris dedicò un po’ del suo tempo al progetto Conspiracy in coppia con Billy Sherwood. Ne vennero fuori due album – “Conspiracy” e “Conspiracy, The Unknown” – che Chris realizzò non per business ma semplicemente per fare musica e divertirsi.

L’ultimo lavoro di Chris Squire fuori dagli Yes è del 2012: quel “A Life Within A Day” realizzato con il nome Squackett, il progetto in coppia con Steve Hackett, chitarrista dei Genesis, nonché ulteriore leggenda del rock…

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